«Morti cardiache improvvise, trend in crescita». Ma con il defibrillatore si possono salvare vite

«Morti cardiache improvvise, trend in crescita». Ma con il defibrillatore si possono salvare vite
«Morti cardiache improvvise, trend in crescita». Ma con il defibrillatore si possono salvare vite
di Miléna Bonaparte
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Sabato 18 Novembre 2023, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 08:09

PESARO Più che la nuova sede di Avere Cura, quella che inaugura questa mattina il dottor Umberto Gnudi in via Cavallotti è una sorta di quartier generale dove si insegna a salvare una vita attraverso il «primo soccorso con l’impiego del defibrillatore». È la mission del medico in servizio alla Centrale operativa del 118 e della sua squadra di 9 soci fondatori del team sanitario, fra i quali numerosi insegnanti di rianimazione. 

 
La formazione


Le lezioni si terranno principalmente nelle scuole superiori della provincia, ma non mancheranno i corsi nell’Aula grande dei locali di 150 metri quadrati acquistati e ristrutturati dall’associazione di volontariato grazie alla donazione dell’ingegner Alessandro Fedrigoni, ex proprietario delle cartiere di Fabriano e benefattore del Pronto soccorso pesarese morto nel 2021, al quale lo spazio didattico della struttura viene dedicato.

L’appuntanento con gli angeli del primo soccorso è in programma alle 10,30.

Battesimo della sede operativa in via Cavallotti 70-72 (dove diversi anni fa c’era la boutique Marta), presentazione ufficiale dell’associazione Avere Cura e donazione di un Dae, defibrillatore automatico o semiautomatico esterno, a tutta la comunità. L’inaugurazione si apre con i saluti del dottor Gnudi, presidente di Avere Cura, quindi l’intervento delle autorità ospiti, il taglio del nastro, la visita della sede e il primo tesseramento.


«Sono allarmanti i dati aggiornati al 2021 nella nostra regione - mette in evidenza il dottor Gnudi -, si sono registrate 1.671 morti cardiache improvvise, un trend in crescita se si pensa che nel 2020 erano state 1.462 e l’anno prima 1.104. Anche se Pesaro è una città cardioprotetta, per esempio il Comune dispone di oltre 65 Dae pubblici, alcuni ad accesso orario limitato, e la Regione si sta dotando dell’applicazione Dae Responder, già attiva in pronto soccorso. Le iniziative procedono, stiamo lavorando come Centrali operative sia al censimento sia all’implementazione dell’app con il sistema Numero d’emergenza unico europeo 112».


Il traguardo da raggiungere sono defibrillatori geolocalizzabili e soccorritori disponibili a intervenire con un messaggio sul cellulare. «Se una persona chiama il 112 perché c’è qualcuno che si sente male - spiega Gnudi -, l’operatore del 118 può individuare il Dae più vicino dalla mappatura e i cittadini accreditati che sono in zona». Le parole d’ordine sono geolocalizzare, allertare e reclutare attraverso le Centrali operative i First Respoders. Per il momento l’associazione Avere Cura punta sulle lezioni teoriche e pratiche nelle scuole superiori.


«Obiettivi del corso Blsd, Basic life support defibrillation, ovvero le manovre di primo soccorso con l’impiego di defibrillatore - illustra il dottor Gnudi - sono il riconoscimento precoce e il trattamento dell’arresto cardiaco attraverso l’attivazione rapida del sistema di emergenza avanzato (118-112). L’esecuzione del Blsd consiste in compressioni toraciche e ventilazioni, la defibrillazione, il trattamento dell’ostruzione delle vie aeree e la posizione laterale di sicurezza. Arresto cardiaco e infarto vengono spesso confusi, ma non tutti gli infarti portano al blocco del cuore».
 

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