Ha sbranato e ucciso la sua padrona a Mercatino Conca, esposto contro la soppressione del cane Tigre

Richiesta dell’associazione Aidaa: "Valutare la possibilità di rieducarlo". Anche il sindaco auspica alternative

Ha sbranato e ucciso la sua padrona a Mercatino Conca, esposto contro la soppressione del cane Tigre
Ha sbranato e ucciso la sua padrona a Mercatino Conca, esposto contro la soppressione del cane Tigre
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 3 Marzo 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 07:01

MERCATINO CONCA Una terribile tragedia che forse, forse, poteva essere evitata: il cane che ha aggredito e ucciso la sua proprietaria Gianna Canova, l'80enne di Mercatino Conca, nel pomeriggio di giovedì scorso, avrebbe dovuto essere rieducato già da tempo.

I precedenti

Il cane, di nome Tigre, e della consistente stazza di 50/60 chili, pare avesse già aggredito il marito della signora Canova, Italo Schiavi, e anche un visitatore. Le condizioni in cui si sono verificate le precedenti aggressioni, così come quella mortale di giovedì, non sono note, ma se fossero state segnalate per tempo, è probabile che la tragedia si sarebbe potuta evitare. «Non sono un esperto, ma quando siamo arrivati il cane era ancora molto agitato: ne ho visti di cani aggressivi, ma Tigre era davvero una furia e qualcosa di anomalo deve essere successo», commenta il sindaco Omar Lavanna, che continua a rispondere sui media ai commenti su ciò che è accaduto e che ha sconvolto tanti, non solo il piccolo centro di Mercatino Conca. Il primo cittadino è profondamente contrario all’abbattimento: «mi dispiacerebbe umanamente dover abbattere un cane: sono profondamente convinto che ci possa essere un’altra soluzione».

La legge in merito è chiara: “Fatto salvo quanto stabilito dagli articoli 86 e 87 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954 n. 320 "Regolamento di Polizia Veterinaria", a seguito di morsicatura od aggressione i Servizi Veterinari sono tenuti ad attivare un percorso mirato all’accertamento delle condizioni psicofisiche dell’animale e della corretta gestione da parte del proprietario.”

E sono proprio i Servizi Veterinari che devono stabilire le misure di prevenzione e la necessità di un intervento terapeutico comportamentale da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale.

Intanto l’associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa), esprime la sua posizione: «L'unica cosa certa è che Tigre il cane che ha morsicarto a morte la sua padrona ottantenne non va ucciso ma rieducato. Abbiamo deciso come Aidaa di presentare domani lunedì 4 marzo un esposto alle autorità giudiziarie che si stanno occupando della vicenda per chiedere di scavare a fondo nella dinamica dello svolgimento dei fatti, ma sopratutto di chiarire come mai quel cane che aveva già morso non ha avuto, come era dovere dei suoi padroni, un percorso rieducativo. Non vogliamo azzardare ipotesi, ma forse se chi di dovere avesse avuto l'accortezza di accorgersi ed intervenire subito, forse oggi saremmo di fronte a una situazione diversa. Non vogliamo lanciare accuse a nessuno ma vogliamo che chi deve decidere della vita o della morte di Tigre prenda in esame tutte le sfaccettature del caso, comprese le eventuali manchevolezze del passato».

Fare chiarezza

Serenella Ruggeri, presidente dell’associazione Cane Orgoglioso che gestisce il canile Ca’ Lucio racconta: «Tigre è arrivato nella notte tra giovedì e venerdì e al mattino era ancora sedato. È stato sistemato in un box in sicurezza, completamente blindato, ma da cui è possibile accudirlo. È molto disorientato, ma non è sporco di sangue. Io spero che si faccia chiarezza al più presto su tutta la faccenda e forse anche l’autopsia della povera signora, potrà chiarire molti aspetti di una vicenda che ci lascia molto perplessi sulla totale colpevolezza del cane».

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