Prima al bar, poi a letto e infine al sicuro: ecco dove è finito il casco di Rossi. Il tifoso «Non lo vendo, contatterò Valentino»

Michele, tifoso residente a Fabriano, dorme sonni d'oro con il casco di Valentino Rossi
Michele, tifoso residente a Fabriano, dorme sonni d'oro con il casco di Valentino Rossi
di Gianluca Murgia
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 16:10

TAVULLIA  - Prima se lo è portato al bar, poi a letto e infine in una cassetta di sicurezza. Michele Quirini, chitarrista di Fabriano, è il fortunato tifoso che domenica scorsa ha agguantato un inestimabile pezzo di storia in mezzo ad un caravanserraglio di mani: il casco lanciato in curva da Valentino Rossi al termine della sua ultima gara in carriera, nella Motogp, a Misano.

«Ho preso coscienza di cosa avessi tra le mani solo parecchie ore dopo - racconta, dopo essere riemerso da qualcosa di simile ad un romanzo di Don Delillo -. In tribuna, per un attimo, ho vissuto un momentaccio. Non perché qualcuno me lo volesse rubare ma perché tutti volevano farsi un selfie con il casco, toccarlo e pure annusarlo». 
 
«Alla fine ho provato ad andare nel paddock - aggiunge - ma, anche per via del protocollo anticontagio, non mi hanno fatto entrare». Valentino, come si vede nel filmato diventato virale sui social, individuandolo sugli spalti ha mimato qualcosa di simile ad un «se vuoi te lo firmo, contattami». Michele conferma: «Proverò a contattarlo tramite la VR46 o con il fan club però mi sento già fortunatissimo. Ho rivisto la foto del momento in cui agguanto il casco... Mi viene ancora da ridere: anche se non mi reputo mister universo - ride - non mi rende proprio onore. Anche perché quella espressione riprende il momento esatto in cui pronunciavo una esclamazione che finisce per “o”, irripetibile. Poco prima mi ero detto: figurati se lancia qualcosa verso di me, infatti stavo riprendendo la scena con il cellulare.

Poco dopo mi è piovuto nelle mani il suo casco usato in gara. Pazzesco».


«Tornato a Fabriano sono passato al bar, posando il casco su un tavolino e mettendomi a raccontare agli amici questa cosa pazzesca - racconta Michele - E’ stato lì che ho cominciato a capire che quello non era un casco, ma il casco di Valentino Rossi indossato nell’ultima gara in Italia e lanciato direttamente da lui». Un casco celebrativo, disegnato da Aldo Drudi, in omaggio ai tifosi. Un pezzo da collezione unico che per alcuni varrebbe già più di 100mila euro. 

«Da piccolo guardavo il motomondiale a casa di nonna: ravioli e motori - rivela Michele, che domenica in curva indossava la felpa del Sic - Non ho mai avuto una moto, la stavo per comprare e poi ho perso un amico sulle due ruote». Lunedì ha messo al sicuro il casco. «Io sono per la condivisione delle cose belle ma adesso c’è da capire cosa è necessario fare per custodirlo al meglio e anche per tutelarsi in qualche modo. Poi, magari, potrò anche metterlo a disposizione degli amici o di chi vorrà per qualche foto o quello che vogliono. L’unica certezza è che non intendo lucrarci sopra e, soprattutto, non ho la minima idea di venderlo». Anche perché questa piccola favola tutta marchigiana sembra scritta dal destino: proprio a Fabriano, nel 1990, Valentino vinse il suo primo trofeo. Aveva 11 anni e correva con le 4 ruote dei kart. Il segno migliore in vista della prossima sfida di Rossi, il “pensionato” più veloce del mondo: le auto Gt, serie Endurance. 

Valentino Rossi e la sua compagna, Francesca Novello, sono stati protagonisti ieri sera delle Iene su Italia 1. «Sapere di diventare papà è sicuramente più emozionante, vincere il Mondiale è più adrenalinico. Abbiamo già scelto il nome? Ci piaceva Vittoria... - ha detto Rossi prima di ricevere un premio simbolico dalla stessa Francesca - Prima il Motomondiale era uno sport abbastanza famoso però un po’ di nicchia. Con me tanta gente si è avvicinata alle moto: dai bambini piccoli alle signore di ottanta anni, con cui ho un grandissimo successo... È stato questo il bello, è diventato più famoso».

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