La protesta di don Leo: «A Sanremo si canta e qui il 90% delle famiglie fa fatica. Con il popolo oppresso scatta la rivoluzione»

Don Leo con la croce in spalla
Don Leo con la croce in spalla
di Floriana Mancini
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Sabato 5 Febbraio 2022, 08:40

GRADARA - Viene dal sacerdote don Leonardo Reggiani una riflessione sui problemi che tanti si pongono nei discorsi quotidiani e affliggono troppe persone e famiglie: «Mentre a Sanremo si canta e a Roma si fa festa per il presidente, il 90% delle famiglie italiane vengono messe in enorme difficoltà nel ricevere bollette di gas e luce con cifre astronomiche. Se è vero che il cittadino è tenuto ad osservare le norme, è altrettanto vero che, non essendo in Iran, ha il diritto di protestare e contestare. Queste sono le occasioni in cui un popolo in maniera compatta e solidale può mettere alle strette il potere politico. Penso alle tante persone che devono sbarcare il lunario con 600/700 euro al mese, se la metà è per luce e gas mi chiedo cosa devono mangiare e cosa fare se malauguratamente hanno bisogno di cure mediche. La storia ci insegna che quando si opprime troppo scatta la rivolta!».

Don Leo, com’è affettuosamente chiamato a Gradara e a Gabicce, non si preoccupa solo della salute spirituale ma vive anche la quotidianità delle persone, soprattutto di quelle che non hanno voce in capitolo. «Tante persone, a testa bassa e in silenzio, pagano e zitti» è il grido di chi vive in una comunità ormai prostrata nelle proprie speranze e nell’economia dalla situazione pandemica.

E toccare con mano i bisogni materiali della collettività mette in luce le contraddizioni di un sistema paese sordo ai bisogni. E lo fa con uno sguardo sicuramente grandangolare che, come lui stesso ha raccontato, prima di venir ordinato ha lavorato come cameriere per 15 anni e poi ha gestito una cartolibreria tabacchi per altri 23 anni. Parla con cognizione di causa. Secondo il Codacons nel corso del 2021 i costi di bollette luce e gas sono triplicati rispetto a quelli del 2020 e ciò che sta accadendo in questo inizio di 2022 non disegna un’inversione di tendenza, nonostante i provvedimenti adottati dal governo per contenere l’aumento delle bollette. L’allarme del Don non è populismo, sottolinea piuttosto la dignità umiliata della gente rispetto all’indifferenza dei venditori di parole.

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