PESARO La signorile dimora in stile liberty dei primi del Novecento, il parco con piante secolari di quasi un ettaro, la civiltà marinara attraverso la storia del porto e delle sue attività documentata in un museo. Villa Molaroni, in via Pola dove un tempo fioriva la Città giardino, è tutto questo. Uno scrigno di cultura e memorie che merita più attenzione, anche dal punto di vista turistico, per uscire dalla zona d’ombra. Ecco perché i riflettori del Comune, proprietario del complesso, si sono accesi in questa direzione nel work in progress per Pesaro capitale 2024 e Capitale europea 2033.
Un po’ di storia
È stato aperto un bando per trovare una società, un ente, un’associazione o un privato che abbia interesse a gestire il Museo della marineria Washington Patrignani, la villa realizzata nel 1924 da Giuseppe Molaroni e il parco. Per avanzare i progetti di valorizzazione c’è tempo fino al 31 marzo. Mentre l’affidamento dei servizi e delle attività, attraverso una concessione in uso, durerà dieci anni. In termini tecnici quello varato dalla giunta è un avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse e sono richiesti moduli compilati, documenti e proposte di gestione da inviare a comune.pesaro@emarche.
Non è una novità in assoluto, nel 2003 infatti il Comune ha stipulato una convenzione con la Renco per ristrutturare l’edificio, valorizzare il Museo della marineria e guidare le attività.
Il nuovo affidamento a soggetti esterni prevede un piano per l’offerta di servizi museali, rivolti all’ampio target di giovani, famiglie, anziani e turisti, che prevedono la custodia e l’apertura al pubblico della struttura, la tutela delle collezioni, la didattica, i laboratori e le visite guidate. Sono richieste inoltre le iniziative culturali di ricerca, formazione ed editoria (il museo pubblica i quaderni Rerum Maritimarum), più quelle divulgative come seminari, conferenze e letture, e di valorizzazione della villa e del parco. ”L’uso degli spazi, i beni in custodia, i servizi e le attività saranno disciplinati da una convenzione - si legge nel bando -, attivando collaborazioni con soggetti e istituzioni sia pubblici sia privati nell’ambito del dinamico contesto culturale che la città esprime”.
Non sono stati indicati gli aspetti economici per lasciare che siano gli interessati a specificarli nel progetto. Una valorizzazione di Villa Molaroni anche per ”contribuire al percorso programmatico legato alla Capitale italiana della cultura 2024 e a Pesaro Capitale europea della cultura 2033”. Il soggetto al quale affidare il complesso dovrà sobbarcarsi i costi di gestione, le utenze e la manutenzione della struttura, mentre al Comune toccheranno i lavori strutturali, l’illuminazione del parco e la celebrazione dei matrimoni. (Info s.melini@comune.pesaro.pu.it). Fatta costruire dal ceramista Giuseppe Molaroni nel 1924, la villa era al centro di un parco di aceri, magnolie, abeti, cedri, cipressi e lecci in gran parte abbattuti tra gli anni ’50 e ’60 per fare posto ai condomini. L’edificio è su tre livelli impreziosito da colonne, archi, scalinate e verande, sul tetto si apre una terrazza belvedere.
Finestre e porte sono in rovere proveniente dalla Slovenia dove la famiglia Molaroni aveva delle proprietà.
La passione
Un percorso, basato anche su fonti archivistiche dei secoli XV e XVIII, tra colori e simboli degli ornamenti delle barche, trabaccoli, ancore, polene, la Nave di Novilara, i mercanti, i relitti e i naufragi, le arti del porto, le antiche e nuove maniere di pescare, i maestri d’ascia e i cantieri. Hanno affiancato Patrignani nell’allestimento Renato Bertini, Umberto Spadoni, Floro e Gaetano Gennari, Giuseppe Ortolani, Paolo Pompei, Dino Rondolini. A suo tempo è stata pubblicata una guida curata dal grafico Massimo Dolcini.