Dragaggio del porto, i fondi ci sono ma l'iter resta ancora bloccato

Dragaggio del porto, i fondi ci sono ma l'iter resta ancora bloccato
di Miléna Bonaparte
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Martedì 19 Settembre 2023, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 12:29

PESARO Pesca, turismo, commercio, sport: la vita del porto langue, e non è colpa della stagione ormai agli sgoccioli. Le sue principali attività sarebbero a rischio perché, se l’altezza del fondale non viene innalzata con il dragaggio, in poco tempo l’approdo farà arenare le imbarcazioni, perdendo gran parte dell’indotto economico. Una prospettiva allarmante sulla quale torna periodicamente Andrea Biancani, vicepresidente del consiglio regionale del Pd, attribuendo l’impasse all’immobilismo e agli annunci caduti nel vuoto dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale di Ancona.

 
Dispiaciuto


«Sono dispiaciuto che il nostro scalo non venga considerato al pari degli altri - polemizza Biancani - e sia stato messo da parte, in fondo alla lista delle priorità.

Non ci sono tempi certi per il dragaggio, la progettazione della ”vasca di colmata” e la variante del piano portuale per incrementare le attività economiche. La Regione non ha inoltre ancora previsto le risorse per una ”area di deposito a mare”, indispensabile per la rimozione dei materiali. Il porto di Pesaro potrebbe essere un fiore all’occhiello delle Marche, contribuendo allo sviluppo della città, ma finora la Regione e l’Autorità l’hanno messo nel dimenticatoio». 


Di carne al fuoco, dato il contesto di ”pesce alla griglia”, ne mette assai il consigliere regionale che si batte da sempre per la valorizzazione dello scalo. Un colpo d’occhio su tutte le emergenze del porto, con l’attenzione a non ”bruciarne” nessuna. Da una parte c’è l’urgenza del dragaggio, cioè asportare sabbia, ghiaia e detriti dal fondale a beneficio della navigazione. Dall’altra la necessità della ”vasca di colmata” dove conferire il materiale diverso dalla sabbia per il ripascimento dell’arenile contro l’erosione marina. Due interventi bloccati nonostante gli 11 milioni stanziati dall’Autorità. Ci sarebbero in ballo anche un intervento da 1,8 milioni di euro per liberare l’imboccatura dell’approdo e la variante al piano portuale che renderebbe almeno metà della nuova darsena a uso turistico. E infine non è in programma una ”area di deposito a mare”. 


Il pescaggio


«Lo scalo ha gravi problemi di pescaggio, cioè di profondità delle acque - fa notare il consigliere Pd -. L’infrastruttura deve essere più accessibile, per dare valore agli investimenti fatti dai privati e attrarre nuove attività e risorse. Se si aspetta ancora, a breve una parte del porto sarà inutilizzabile per il fondale troppo basso. Ma non ci sono progetti e tempi certi in nessun caso». 


Sarebbero pronti a partire due dragaggi, uno finanziato con 1,8 milioni di euro dall’Autorità portuale e uno con fondi statali, insieme alla realizzazione di una ”vasca di colmata” per 11 milioni. Inoltre una ”area di deposito a mare” non è stata ancora avviata. 
«Questi due impianti – spiega Biancani - sono fondamentali per ridurre i costi dei dragaggi e la loro frequenza. Infatti i materiali estratti dal fondale vengono divisi in base al livello di contaminazione. Le sabbie pulite possono essere usate per i ripascimenti delle spiagge, altri materiali andrebbero depositati nelle ”aree a mare”, mentre il resto può essere conferito in una ”vasca di colmata”. L’alternativa è la discarica con spese molto alte».


I finanziamenti


La vasca «è stata finanziata già dal 2021 con un fondo nazionale di 11 milioni, a copertura sia della realizzazione dell’impianto, sia di un dragaggio del porto canale. A oggi però non c’è un progetto definitivo. E non sono iniziati nemmeno i sondaggi per la “caratterizzazione”, ovvero l’analisi dei materiali del fondale, indispensabile prima dell’estrazione. Ma non ho mai ottenuto risposte concrete». 

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