L’Audi si trasforma in una bomba
Due ragazzi morti e cinque feriti

L’Audi si trasforma in una bomba Due ragazzi morti e cinque feriti
di Simonetta Marfoglia
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Lunedì 11 Marzo 2019, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:11

PESARO - L’Audi A4 come una bomba fuori controllo piomba sulla Hyundai del papà con i suoi due bimbi a bordo: si schianta ma non si ferma, carambola e cappotta ancora per decine di metri sulla statale 16 prima di fermarsi ridotta a un cartoccio di lamiera con i pezzi che schizzano da una parte all’altra della strada. Dopo ci saranno solo grida, lacrime e disperazione. La frenesia dei soccorsi per la corsa contro il tempo e per la vita. E un bilancio pesante come un macigno: 2 morti e 5 feriti, di cui due molto gravi.


 

 

 

Le vittime sono giovani: Giuseppe Troisi, 24 anni a novembre, residente nella zona delle Cinque Torri e l’amico Xhani Juendi, 21 anni, di origini albanesi residente nel quartiere Vismara. I feriti sono le due ragazze che viaggiavano con loro sull’Audi dello schianto di 23 e 19 anni e la famigliola della Hyundai che il destino ha messo sulla stessa traiettoria dell’auto fuori controllo: il conducente di 72 anni di Gradara e i due bambini di 8 anni che viaggiavano con lui. Le loro condizioni sono serie ma con codici diversi di gravità. A preoccupare maggiormente lo stato delle due giovani amiche trasportate in codice rosso all’ospedale San Salvatore. 

Succede alle 18.40 di domenica sull’Adriatica che da Pesaro conduce in Romagna e viceversa. Lo scenario della schianto sono le Siligate all’altezza della Murrina quando chi proviene dalla sommità inizia una discesa sciistica che da tempo ha fatto consigliare in quel tratto a quattro corsie, due per ogni direzione di marcia, il posizionamento di un autovelox fisso per dissuadere chi mette troppa enfasi nel pigiare l’acceleratore in quel tratto che invita alla velocità dove il limite passa dai 50 ai 90 subito dopo il piccolo nucleo urbano.

Nel caos seguito allo schianto e alle operazioni di soccorso la dinamica dell’incidente non è ancora stata messa nero su bianco e fino alla tarda serata di ieri la polizia locale con il comandante Gianni Galdenzi è rimasta impegnata nella ricostruzione. Pare che l’Audi A4 blu con targa di Milano abbia perso il controllo percorrendo le Siligate in discesa con direzione Cattolica invadendo la corsia opposta. L’Audi sarebbe stata in fase di sorpasso superando un Furgone Ford Transit rimasto solo marginalmente coinvolto nell’incidente. L’effetto è stato quello di un “bolide” impazzito che si catapulta verso il buio abbattendosi contro altri mezzi che proseguono nella direzione contraria e che ne incrociano il percorso. Sono quelli della Hyundai. Uno schianto violento, reso ancora più potente dall’effetto della discesa, ma che non ferma il tragitto dell’Audi 4 ormai scheggia impazzita e mortale. L’auto sbanda da una parte all’altra dell’Adriatica, carambola, si ribalta per poi fermarsi disintegrata tra lamiere, pezzi di carrozzeria, pneumatici e ammortizzatori scagliati a decine e decine di metri di distanza e ritrovati solo dopo dai soccorritori a 50, 100 metri e più. All’interno dell’abitacolo sono in quattro, i due ragazzi e le due ragazze che stavano andando in Romagna.

Sono incastrati, intrappolati dentro l’abitacolo. Arrivano in forze le ambulanze del 118, le squadre dei vigili del fuoco che fanno il possibile e forse anche di più per estrarli tutti e quattro vivi. Ma per Giuseppe Troisi e l’amico Juendi Xhani non c’è più niente da fare. Sono entrambi morti sul colpo, deceduti nella violenza dell’impatto. Troisi era alla guida, il ragazzo viaggiava sul lato sinistro del sedile posteriore. Per le ragazze al loro fianco invece c’è ancora speranza nonostante le gravissime condizioni. Hanno fratture in tutto il corpo e sono in stato di incoscienza. Operazioni di soccorso lunghe e complesse che proseguono per ore. Le Siligate vengono chiuse in entrambe le dizione di marcia e sulla statale 16 si formano code chilometriche.

Nel frattempo la notizia dell tragedia comincia a circolare e rimbalzare a Pesaro.
Alcuni amici riescono ad arrivare sul luogo dell’incidente e sono grida e urla disperate. Uno dei soccorritori scriverà in serata un post toccante: «Arrivi sul posto a sirene spiegate e ti rendi conto che la situazione è grave, scendi dal mezzo e quello che trovi è peggio di come te lo eri immaginato... Non si può morire a 20 anni. Non così».

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