Anastasiia, indagine a Fano su impronte e Dna. La difesa del marito in carcere: «Lui vittima di maltrattamenti»

Anastasiia, indagine su impronte e Dna. La difesa del marito in carcere: «Lui vittima di maltrattamenti». Nella foto la casa del delitto, nei riquadri l'accoltellatore Mustafa e la vittima Anastasiia
Anastasiia, indagine su impronte e Dna. La difesa del marito in carcere: «Lui vittima di maltrattamenti». Nella foto la casa del delitto, nei riquadri l'accoltellatore Mustafa e la vittima Anastasiia
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 12:23

FANO - Si avviano verso la conclusione le indagini sull’omicidio di Anastasiia Alashri, la mamma 23enne ucraina uccisa a coltellate dal marito lo scorso 13 novembre nell’appartamento di via Trieste, dove la famiglia aveva trovato alloggio dopo la fuga dalla guerra in Ucraina.

L’ultimo accertamento

L’ultimo accertamento svolto dalla procura della Repubblica di Pesaro, attraverso il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, riguarda le impronte digitali e il materiale biologico collegati allo scenario del delitto: presso la sede di Roma del Ris è stata compiuta la verifica tecnica sull’effettiva corrispondenza di quelle fonti di prova alle caratteristiche dattiloscopiche e genetiche dell’egiziano Amrallah Mustafa Alashrj, 43 anni, accusato dell’omicidio della moglie e arrestato poco più di 12 ore dopo il delitto alla stazione ferroviaria di Bologna, mentre tentava di fuggire all’esterno.

Questi riscontri scientifici, chiudendo il cerchio delle indagini, consentiranno al pubblico ministero Marino Cerioni di chiedere al giudice per l’udienza preliminare il rinvio a giudizio dell’egiziano, salvo che la procura voglia procedere con il giudizio immediato, viste l’evidenza della prova e la custodia cautelare dell’accusato: rito speciale che consentirebbe di arrivare subito al dibattimento.

Rischia l'ergastolo

Oltre che di omicidio volontario, Amrallah Mustafa Alashrj è accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti di Anastasiia, dopo la denuncia di quest’ultima presentata ai carabinieri di Fano appena due giorni prima dell’omicidio, e di occultamento di cadavere, per l’abbandono del corpo della donna massacrato da decine di coltellate dentro un trolley in un campo di Belgatto.

Per questi reati, l’uxoricida rischia l’ergastolo.

Pertanto, il processo non sarà una mera formalità, soprattutto perché la difesa, nonostante la china da risalire sia molto erta, intende smontare l’accusa di maltrattamenti verso Anastasiia, sostenendo al contrario che fosse l’uomo a subire le vessazioni della donna, in particolare da quando lei aveva deciso di lasciarlo e di ricostruirsi una vita, insieme al figlio di 2 anni, con altro uomo conosciuto al ristorante in cui lavorava. 

«La difesa vuole dimostrare - afferma l’avvocato Matteo Longo - che quella domenica mattina è stato il marito a subire un’aggressione nella loro abitazione (dove Anastasiia si era recata per prendere le cose sue e del bimbo per trasferirsi altrove, ndr). La discussione tra i coniugi è degenerata, Mustafa Alashri racconta che è stata la donna a prendere un coltello da cucina con cui, minacciandolo e insultandolo, ha tentato di colpirlo più volte. E gli ha sferrato una ginocchiata nelle parti intime. A quel punto lui, che dichiara di aver visto le stelle, ha afferrato il coltello, ferendosi a una mano, e ha perso il controllo e il discernimento della situazione, come gli era capitato altre volte, colpendo Anastasiia con diverse coltellate».

La perizia psichiatrica

Questo significa che la difesa punterà su una perizia psichiatrica che verifichi se l’uomo in quel momento fosse capace di intendere e di volere (il pm ha respinto la richiesta di una consulenza al riguardo). A sostegno della tesi dei maltrattamenti subiti dal marito, la difesa ha chiesto al pm di ascoltare gli amici della coppia e i colleghi di lavoro dell’egiziano e soprattutto di recuperare e verificare sul telefonino e nel computer i messaggi ricevuti da Anastasiia.

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