La Russia registra le prime crepe nell'appoggio collettivo alla guerra contro l'Ucraina. Un deputato russo ha lanciato un appello a Vladimir Putin per fermare l'azione militare, riportare le sue truppe a casa e porre fine alla guerra in Ucraina. Il deputato comunista Leonid Vasyukevich, 69 anni, ha criticato l'uso dei militari di Mosca in Ucraina, poiché un tribunale russo ha licenziato più di 100 militari della Guardia nazionale nel primo caso noto di soldati che si sono rifiutati di combattere in Ucraina.
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Il gran rifiuto della Guardia nazionale
Nei giorni scorsi,infatti, un centinaio di militari della Guardia Nazionale della Federazione Russa, un ramo separato dall'esercito russo, si sono rifiutati di svolgere una missione relativa all'"operazione speciale" di Mosca in Ucraina. Un tribunale militare della repubblica meridionale russa della Cabardino-Balcaria ha ritenuto che gli imputati "si fossero rifiutati arbitrariamente di svolgere un incarico ufficiale" e ha respinto il loro ricorso. L'udienza si è tenuta a porte chiuse per evitare di rivelare "segreti militari", secondo quanto riporta il Moscow Times.
Il dissenso monta
Vasyukevich è stato bollato come "traditore" dai suoi colleghi e ora potrebbe essere denunciato per aver disonorato l'esercito russo. «Se il nostro Paese non fermerà l'operazione speciale in Ucraina - ha detto - ci saranno ancora più orfani. I nostri soldati giovani, che avrebbero potuto dare beneficio alla Russia, muoiono in guerra». In Russia cresce insomma il dissenso nei confronti della guerra: i concerti stanno diventando occasioni per protestare e 16 centri di reclutamento militare sono stati colpiti dalle molotov negli ultimi giorni.
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