ANCONA - Giorgia Latini, assessora all’Istruzione, il tempo corre veloce verso la prima campanella: che scuola ci dobbiamo aspettare a settembre?
«Vedremo l’andamento dei contagi. Auspico che si ritorni in classe in presenza e senza mascherina. Dobbiamo essere fiduciosi che la campagna di vaccinazione qualche effetto positivo lo porti perché, se siamo messi come l’anno scorso, significa che qualcosa non va».
A livello nazionale si sta valutando l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. Cosa ne pensa?
«Sono contraria.
Il Green pass dà anche la possibilità di esibire un tampone fatto nelle 48 ore precedenti, non impone l’obbligo vaccinale.
«Anche così, è una sorta di discriminazione nei confronti delle persone: sappiamo quali sono i costi dei tamponi. Inoltre, il Green pass non dà la garanzia che non ci siano contagi: anche con il ciclo vaccinale completo si può contrarre il Covid».
Mi permetta un paradosso, seguendo questo ragionamento: tanto vale non vaccinarsi, dunque?
«È raccomandabile farlo per le persone over 60. I miei genitori sono vaccinati e sono contenta. Non sono invece d’accordo sulla vaccinazione dei bambini, perché è un vaccino sperimentale e non sappiamo gli effetti collaterali. I miei bimbi si sono presi il Covid senza sviluppare alcun effetto virale, neanche la febbre. Io non li vaccinerò, hanno 6 e 9 anni».
Anche per gli studenti over 12, secondo lei, non è il caso di procedere con le vaccinazioni?
«Se ci sono genitori che vogliono vaccinare i loro figli, lo possono fare. Ma non possono essere obbligati se la pensano diversamente. Ieri (mercoledì, ndr) c’è stato un incontro tra il premier Draghi e Matteo Salvini grazie al quale, ad oggi, non è prevista l’imposizione del Green pass sulla scuola. Non intossichiamo l’organismo quando è sano, se non è nella fascia d’età a rischio. La Commissione europea ci ha detto che entro ottobre verranno commercializzate cinque cure: agiamo quando il virus è in corso».
Con i ragazzi non vaccinati, non teme il rischio che si ricrei qual meccanismo delle classi in quarantena e, quindi, della didattica a distanza inevitabile?
«Dobbiamo vedere se c’è bisogno di ripartire con le quarantene. Se i genitori e gli insegnanti sono vaccinati, che motivo c’è di fare la quarantena? I ragazzi sono asintomatici e se dovessero sviluppare sintomi, starebbero a casa con la febbre come accadeva con l’influenza, mentre i compagni continuerebbero a stare in classe. Inoltre, per la sicurezza dei nostri ragazzi, come giunta abbiamo individuato vie alternative».
Spieghi meglio.
«Intanto, una soluzione importante è quella dell’uso dei tamponi salivari, che danno risultati attendibili dopo un quarto d’ora. Uno strumento in più per dire che la vaccinazione dei bambini non serve. Inoltre, abbiamo investito sulla sicurezza delle aule: ben 9 milioni di euro tra interventi di ventilazione meccanica e di sanificatori di ambienti. Da subito ho sensibilizzato la giunta, che si è mostrata favorevole a questo intervento. Siamo stati la prima Regione ad investire su questo con un piano strutturato».
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