Terremoto Marche, danneggiati un quadro di Monet e alcuni vasi di epoca Picena

Terremoto, danneggiati un quadro di Monet e alcuni vasi di epoca Picena
Terremoto, danneggiati un quadro di Monet e alcuni vasi di epoca Picena
di Lucilla Niccolini
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Lunedì 14 Novembre 2022, 03:25

ANCONA - I santi dipinti, dalle pareti di chiese e musei, continuano a vegliare, indenni. Non si dovranno allestire ad Ancona, almeno per il momento, rifugi per i beni culturali, che la tecnologia antisismica ha preservato da crolli e distacchi. È stata forse la Madonna della Misericordia a salvare il portale quattrocentesco, che adornava la facciata della chiesa omonima a via Saffi, e che, staccato, è oggi decoro dell’ingresso dell’aula sacra, affacciata su via Giannelli. È ancora in piedi con i suoi putti, sfregiati dalle bombe dell’ultima guerra. 

 


Il grande rosone


«Però il grande rosone, opera moderna di abili mastri vetrai, ha perso pezzi».

Il parroco della Misericordia, don Lorenzo Tenti, lamenta che, «danneggiato dalla grandine di due anni fa, era stato rifatto da appena un anno». Altre chiese dell’Anconetano, dalle cattedrali di Osimo e Fabriano, a San Domenico, alla Sacra Famiglia dei Salesiani, sono da mercoledì sono chiuse al pubblico. «Come quella di san Francesco a via della Montagnola, e il Ss. Sacramento», elenca don Luca Bottegoni, direttore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi Ancona-Osimo.

«In attesa di verifiche dei vigili del fuoco», che sabato hanno chiuso il Santuario della Beata Vergine Maria di Campocavallo. La scossa delle 7,07 ha fatto cadere calcinacci dalla guglia di destra, e nuovi sopralluoghi hanno consigliato la chiusura del santuario mariano. Ieri è stata rimossa la guglia per sottoporla a restauro e, in attesa della relazione di un ingegnere per certificare la sicurezza del Santuario, i frati sono stati trasferiti nel vicini oratorio.

«Si è poi aggravata la situazione, già precaria, di Santa Maria Ausiliatrice a piazza Padella, rione Posatora. Ma non si registrano danni al Duomo di San Ciriaco, né al Museo Diocesano». Meno fortunato è stato un dipinto di Monet, appartenente alla collezione della Johannesburg Art Gallery, esposto alla Pinacoteca civica Podesti, per la mostra “Cose dell’altro mondo! Da Monet a Warhol”, inaugurata a fine di agosto. Caduto a terra, sotto le scosse del 9 novembre, il quadro raffigurante la “Primavera” sarà restaurato. «L’esperta milanese Barbara Ferriani ha già ricevuto le foto dai periti dell’assicurazione, che ne documentano i danni, non importanti», rassicura l’assessore alla Cultura, Paolo Marasca, annunciando che già oggi la restauratrice sarà ad Ancona, per verificare i danni e poi procedere a sanarli. 


Il restauro


È questa l’unica ferita subita dai musei civici dorici. Più consistente è il bilancio del Museo Archeologico nazionale delle Marche di Ancona. «La mattina del terremoto, i custodi – racconta il direttore Diego Voltolini – hanno proceduto a un ricognizione. A parte lo spolvero dei soffitti dipinti di Palazzo Ferretti, hanno constatato la caduta rovinosa di alcune suppellettili di epoca picena, al terzo piano, il più colpito. I vasi lesionati, assieme a un paio di reperti dell’Ancona ellenistica, al primo piano, sono stati trasferiti nei magazzini per il restauro. Tre squadre di funzionari hanno fatto un accurato sopralluogo, scoprendo il distacco di stucchi dello scalone vanvitelliano. La sua criticità, appoggiato com’è alla torre medievale adiacente, era già stata segnalata dalle indagini commissionate dal direttore del Polo Museale, Luigi Gallo, all’Università Federico II di Napoli. A giorni dovrebbe partire la gara d’appalto per il al recupero». 

La giravolta

Nel frattempo, il Museo Archeologico è stato aperto al pubblico con il solito orario, come l’Antiquarium di Numana, inaugurato all’indomani del terremoto del ‘72. «Da noi, solo un ccadimento – segnala la direttrice Nicoletta Frapiccini – che ci ha lasciato a bocca aperta: le scosse hanno impresso a due vasi piceni, illesi, una giravolta di 90°». 

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