Terremoto, per lo stato di emergenza (e i soldi) Pesaro e Ancona devono ancora aspettare

Sisma, per lo stato di emergenza Pesaro e Ancona devono ancora aspettare
​Sisma, per lo stato di emergenza Pesaro e Ancona devono ancora aspettare
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 07:32

ANCONA Stato di emergenza per il sisma del 9 novembre: Ancona e Pesaro devono attendere. La Protezione civile nazionale guidata da Fabrizio Curcio ha infatti «chiesto una serie di approfondimenti tecnici, in particolare riguardanti le schede Aedes», ovvero le schede di Agibilità e danno nell’emergenza sismica per il rilevamento speditivo dei danni, la definizione di provvedimenti di pronto intervento e la valutazione dell’agibilità degli edifici. A comunicarlo è il governatore Francesco Acquaroli, aggiornando il quadro del post terremoto. La Regione aveva inviato al governo la richiesta dello stato di emergenza lo scorso 21 novembre, dopo una prima ricognizione dei danni che le scosse a largo della costa settentrionale avevano provocato alle due province. E non sono pochi. Lo sciame sismico partito il 9 novembre a largo delle coste del Pesarese ha causato l’inagibilità di una cinquantina di immobili con circa 150 sfollati tra le province di Ancona e Pesaro Urbino, e il danneggiamento di circa 1.200 edifici.

Le cifre

Una prima stima dei danni era stata fatta da Comuni e Province colpiti dal sisma.

Ad Ancona si parla di 40 milioni di euro, che diventano 50 nella città di Pesaro. Fano aveva contato danni per 30 milioni di euro ed i comuni limitrofi più piccoli per 4 milioni. A questi, si sono aggiunti gli oltre 7 milioni stimati dalla Provincia di Pesaro per le scuole superiori . Un totale, dunque, di 130 milioni di euro «C’è un’interlocuzione con la Protezione civile nazionale che ha chiesto una serie di approfondimenti di natura tecnica - spiega Acquaroli -. Approfondimenti fondamentali per le scelte che verranno fatte in via definitiva». E aggiunge: «Noi abbiamo dato tutta la disponibilità, ora sta ai nostri uffici agli uffici dei Comuni e della Protezione civile nazionale cercare di determinare il percorso più veloce possibile perché - la chiosa - dobbiamo dare una risposta a chi purtroppo è fuori dalle proprie abitazioni ed intervenire su tutti gli immobili che sono stati lesionati».

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