Incubo ecografie e mammografie, tempi d’attesa biblici per le donne nelle Marche

Prevenzione femminile ad ostacoli: per gli esami al seno si aspetta anche fino a 332 giorni

Incubo ecografie e mammografie, tempi d’attesa biblici per le donne nelle Marche
Incubo ecografie e mammografie, tempi d’attesa biblici per le donne nelle Marche
di Martina Marinangeli
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Lunedì 6 Marzo 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 15:14
ANCONA In occasione dell’8 marzo, le Aziende sanitarie territoriali hanno organizzato una serie di appuntamenti per promuovere la salute della donna. Una giornata all’insegna della prevenzione che prevede visite gratuite, vaccinazioni contro il papilloma virus e punti informativi. Un’iniziativa tanto lodevole quanto utile: ma gli altri 364 giorni dell’anno? Ecco, il quadro generale non è altrettanto confortante. Nel problema cronico dei tempi di attesa per ricevere prestazioni sanitarie - liste criticamente lunghe non solo nelle Marche, ma in un po’ tutte le regioni - alcuni esami tra quelli monitorati dal Ministero della Salute sembrano essere più a corto di posti di altri.  


Gli esami


Ed in diversi casi riguardano la prevenzione delle donne, o comunque visite destinate alla popolazione femminile. Per la prenotazione di un’ecografia ostetrica tramite Cup scattano da mesi le liste di garanzia per ogni classe di priorità perché nel sistema sanitario regionale pubblico non ci sono spazi disponibili. Per una mammografia bilaterale differita, il tempo medio arriva fino a 332 giorni. Per capire come funziona il meccanismo, va fatta una precisazione a monte. Le prestazioni si suddividono in tre categorie: brevi (prescrizione che deve essere fornita in un tempo non superiore a 10 giorni dalla prenotazione), differite (entro 30 in caso di visite e 60 giorni se si tratta di un esame) e programmabili (entro 180 giorni). Obiettivi che sarebbe bene centrare anche e soprattutto in un’ottica di prevenzione. Tuttavia, si diceva, capita che le attese sforino questi limiti temporali e, soprattutto nelle differite, alle donne non va per niente bene. Nel monitoraggio ex ante (che consiste nella rilevazione del tempo di attesa tra la data della richiesta della prestazione e quella di erogazione prospettata) condotto dalla Regione, e aggiornato a gennaio, il problema emerge in tutta la sua gravità.

Stando ai dati forniti dalle cinque Ast provinciali, nella classe di priorità D (differito) il tempo medio di attesa per una mammografia bilaterale arriva fino a 228,7 giorni, mentre quello per un’ecografia bilaterale della mammella fino a 132,2 giorni. Il miraggio dell’ecografia ostetrica si cristallizza negli 85,1 giorni di tempo di attesa medio, che per l’ecografia ginecologica salgono fino a 167,5 giorni. Anche per una visita ginecologica (che con priorità D dovrebbe essere fatta entro 30 giorni dalla prescrizione del medico) si arriva a dover attendere fino a 55 giorni. Tempi che si allungano ulteriormente nell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, dove il tempo medio di attesa per una mammografia bilaterale con priorità D arriva a 332 giorni e per un’ecografia bilaterale della mammella a 201 giorni. Una criticità, quella dei lunghi tempi di attesa, che fa diventare la prevenzione un rebus e spinge sempre più persone verso la sanità privata, capace di garantire deadline molto più vicine.


La testimonianza


Eppure, la prevenzione è quanto di più importante ci sia per la salute, come testimonia Ivonne Rispigliati, capitana delle Dragonesse, donne operate al seno che fanno riabilitazione psicofisica vogando con la Dragon boat. «A 56 anni ho scoperto di avere un tumore al seno proprio grazie alla prevenzione: avevo avuto una mastopatia quando allattavo mio figlio, quindi facevo periodicamente controlli attraverso le mammografie. In uno di quei controlli, ho riscontrato di avere un tumore. Per fortuna era ancora piccolissimo e sono riuscita a superarlo bene». Quando la prevenzione salva la vita, nel senso letterale del termine. «Di questi tempi è difficilissimo poter avere prestazioni nei tempi giusti, e spesso si ricorre al privato. Se non c’è modo di prenotare ecografie e mammografie a causa delle lunghe liste di attesa, è importante procedere con l’auto palpazione. Una prevenzione che almeno possiamo fare da sole e che mette un argine alle carenze della sanità».
 

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