È entrato nel Pronto Soccorso alle 13.30, è uscito mezz’ora dopo la mezzanotte, dopo aver firmato per poter andar via, anche perché l’alternativa sarebbe stata rimanere su una sedia tutta la notte, sperando nella visita del cardiologo il mattino seguente e in un referto. È l’odissea vissuta al Policlinico da un uomo di 93 anni di Chieti, e che il figlio, F.C., insegnante, ha reso nota sui social, unitamente all’intenzione di presentare un esposto perché arrivino risposte su una serie di carenze. Questa la ricostruzione dei fatti.
«Alle 14 del 6 giugno 2022 porto mio padre Antonio 93 anni in pronto soccorso.Il pace maker che lo assiste ormai da svariati anni e che verrà cambiato a settembre ,sta facendo i capricci, battiti molto alti pressione bassa e malessere generale molto evidente.
F.C. ha confermato che su questa vicenda presenterà un esposto «per sapere - dice - per quale motivo non c’era il cardiologo, perché c’è carenza di infermieri, perché c’è sempre questa fila interminabile, la gente entra e non riesce, perché le persone sono sugli strapuntini perché non ci sono i letti, una cosa pazzesca, un ospedale di questa portata, in una città capoluogo: stanno facendo morire questo ospedale, penso sia voluto. Mio padre stava male - conclude: ci hanno detto o rimanete qui sulla sedia fino a domani, altrimenti ve ne potete andare: e ce ne siamo andati».
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