ANCONA L’Abruzzo tenta il blitz sugli assetti portuali. La Regione guidata dal governatore Marsilio ha infatti approvato una delibera di Giunta in cui è stato richiesto formalmente al ministero delle Infrastrutture l’inserimento del porto di Vasto nell’ambito dell’Autorità portuale.
Richiesta non accolta dal Consiglio dei ministri, a differenza di quanto invece avvenuto per Termoli. Questa azione, l’attenzione per il corridoio con Civitavecchia e l’imminente nomina dell’abruzzese Minervino a segretario generale dell’Ap hanno iniziato a far alzare qualche sopracciglio nelle Marche. «Queste continue incursioni dell’Abruzzo non portano nulla di buono, le questioni vanno concordate e con razionalità se si fa parte di un macrosistema» afferma Claudio Schiavoni, presidente Confindustria Marche.
Il pressing
Lo stop romano ha determinato delusione in Abruzzo, ma il governatore Marsilio non si è arreso, puntando a emendare il decreto.
Le forzature
Mentre prosegue il forcing dell’Abruzzo per far entrare nel sistema anche Vasto. «Ho avuto diverse interlocuzioni con il ministero delle Infrastrutture e ho registrato la disponibilità a emendare in Aula il decreto legge - ha annunciato Marsilio - Ora non sono ammessi ulteriori ritardi, il porto di Vasto assume un ruolo strategico nell’ottica dello sviluppo economico e produttivo del territorio abruzzese». «Certe incursioni non portano nulla di buono - afferma Schiavoni, presidente Confindustria Marche - quando si fa parte di un macrosistema. L’obiettivo di chi governa l’Ap è saper gestire bene e nei posti chiave servono persone brave, capaci e competenti per raggiungere gli obiettivi. E sul porto di Ancona va mantenuta alta la tensione visti anche i recenti segnali: l’accelerazione sulla bretella per l’A14, la conferma dell’ampliamento del bacino Fincantieri, i risultati della logistica e della cantieristica».