​Omicron avanza nelle Marche, ci sono altri casi di positivi alla variante Covid: «Servono più posti letto». Come cambiano gli ospedali

Omicron avanza nelle Marche, altri casi di positivi alla variante Covid: «Servono più posti letto»
Omicron avanza nelle Marche, altri casi di positivi alla variante Covid: «Servono più posti letto»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 22 Dicembre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:20

ANCONA - La variante Omicron preoccupa e gli ospedali si riorganizzano per non farsi trovare impreparati all’eventuale contraccolpo dell’aumento dei contagi sui ricoveri. Mentre cresce il numero dei casi risultati positivi alla variante sudafricana – siamo a circa sei – ed emerge come uno dei due “pazienti zero” marchigiani, l’uomo di Ascoli, fosse vaccinato con tre dosi (va però anche sottolineato che presenta sintomi molto lievi grazie all’immunizzazione), i nosocomi iniziano a fare i conti con il secondo dicembre in trincea, pronti ad indossare l’elmetto.

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Il summit
Per questa mattina è stato convocato un confronto da remoto tra il capo del dipartimento Salute della Regione, Armando Gozzini, ed i vertici delle aziende ospedaliere per consolidare l’incremento di posti letto Covid.

In quella sede, si formalizzerà la riprogrammazione su cui i nosocomi stanno lavorando da giorni. Un punto fermo, intanto, l’ha messo ieri l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini: «Il Covid Hospital di Civitanova per il momento non si apre». La struttura era stata inaugurata nel maggio 2020 per ospitare fino ad 84 posti letto tra terapia intensiva e semintensiva. «Per essere riaperto - ha aggiunto il titolare della delega - deve assorbire il personale dell’Asur, quindi è una misura che comporta una riorganizzazione progressiva del sistema. Conformemente alla disposizione della circolare del Ministero della Salute, stiamo allargando il numero dei posti letto in area medica ed in terapia intensiva, ma questo crea un sacrificio per la cura delle altre patologie». Un sacrificio che, dopo due anni in apnea, si cerca di limitare al minimo.


L’organizzazione
Agli Ospedali riuniti di Ancona, per esempio, l’obiettivo numero uno è evitare, in questa ondata, di intaccare il blocco operatorio, cosicché l’unico Dea di II livello della regione non debba limitare l’attività chirurgica, facendo slittare le operazioni già in programma. Spazi alternativi ci sono (anche se, come per tutti gli altri ospedali, il problema principale resta quello di reperire il personale da destinare al Covid, sottraendolo ad altri reparti): il reparto cosiddetto 2R, che conta 10 posti intensivi e 10 semi intensivi - ma in caso di emergenza possono essere tutti destinati alle Rianimazioni –, ed il piano terra della palazzina di Malattie infettive, con gli 8-9 posti in più realizzati con il dl 34. Questi ultimi andrebbero ad aggiungersi ai 40 – di cui 37 occupati – già attivati. Tra le valutazioni fatte dall’azienda ospedaliera, da sottoporre oggi al vaglio della Regione, anche il potenziamento di posti in Pneumologia e Medicina d’urgenza: una fisarmonica che può andare dai 5 ai 20 posti in più. Restando ad Ancona, l’Inrca viaggiava ieri sui 12 ricoveri, ma al primo piano della palazzina ex Persichetti dove vengono curati i degenti Covid, sono 19 i posti totali. Quindi c’è ancora margine, ma si sta lavorando anche ad un piano b, che verrà meglio definito nella riunione dell’Unità di crisi del nosocomio prevista per giovedì. 


I nodi
Il problema è che, al piano terra della stessa palazzina, sono ancora in corso i lavori per la realizzazione di altri 18/19 posti letto (di cui 10 semi intensivi) che hanno subito dei ritardi: con ogni probabilità, ci vorranno altre tre settimane per completarli, ma a quel punto il geriatrico potrebbe contare su 38 posti letto Covid tra ordinari e subintensivi. Quanto agli ospedali Asur, si punta ad un aumento di due o tre posti letto – a seconda delle necessità – nei reparti già “sporcati” dal virus: parliamo dunque di una rimodulazione dell’offerta a Senigallia, Jesi, Macerata, Civitanova Fermo e San Benedetto. Chiude l’elenco Marche Nord, che già ora sta gestendo il maggior numero di degenti Covid (84) e la gran parte delle terapie intensive, con pazienti che arrivano anche dalle altre aree vaste. Nei giorni scorsi aveva recuperato altri 14 posti riconvertendo Pneumologia e potrebbero rendersi necessari altri aggiustamenti.

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