Verso le Regionali: Ceriscioli apre alle primarie, Longhi dice no

Luca Ceriscioli
Luca Ceriscioli
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Domenica 15 Dicembre 2019, 07:05
ANCONA - La solitudine dei numeri primi. L’immagine-metafora si addice al governatore Luca Ceriscioli e al sindaco dorico Valeria Mancinelli, seduti, solo loro uno accanto all’altro, sul palco del bell’auditorium del Buon Pastore, la nuova residenza universitaria nel cuore del Guasco, nell’anima antica d’Ancona. Le coordinate temporali offrono una doppia lettura: ieri per la rinascita milionaria dell’ex convento; cinque mesi appena dalle Regionali, con un centrosinistra in cerca d’autore, ma soprattutto di candidato. 

«Macché. Lo sa che i numeri primi non sono mai soli? Lo spiega bene Piergiorgio Odifreddi su youtube». Ceriscioli, che prima di salire ai piani alti di Palazzo Raffaello era prof di matematica, azzarda una lezione per schivare il pressing sulle prossime elezioni di primavera. Il primo cittadino, con il vezzo di esprimersi facile-così-arriva-a-tutti, per tutta risposta piazza un semplice «boh, non so proprio di che parla» e salta a piè pari la provocazione politica. «La Regione? - non va fuori tema - ha fatto molto per Ancona, ha restituito al capoluogo un pezzo di vita vera». Cerca la via di fuga emozionale, il sindaco, che negli spazi ritrovati di questa fortezza universitaria arriva un’ora dopo rispetto al gruppo: governatore, con staff al seguito, rettore, presidente e direttore dell’Erdis, flash, telecamere e taccuini al gran completo. 

 

C’è addirittura il direttore generale degli Ospedali Riuniti, Michele Caporossi, che si bea degli ultimi aumenti al personale e fa da spalla al presidente. «Le Regionali sono queste. Gli ottimi risultati della sanità, il successo dell’operazione Erdis, la creazione dell’ente unico per il diritto allo studio, culminata nell’inaugurazione del nuovo studentato Buon Pastore». Ceriscioli mette in fila i suoi traguardi e lavora di sintesi: «Sono fatti sotto gli occhi di tutti». Tradotto: il secondo mandato non si tocca. Ma dei malumori dem che dire? «Qualcuno non è favorevole? Si tratta di posizioni di minoranza, abbiamo già fatto una direzione su questo». Archivia le critiche di Base riformista, a cui appartengono la sottosegretaria allo Sviluppo economico Alessia Morani e il deputato Mario Morgoni. Non fa sconti agli alleati, che nei giorni scorsi si sono divisi sulla sua riconferma: «Lo statuto in questo caso prevede le primarie, lo dico da ottobre». Strada, tuttavia, difficile da percorrere nel caso di un’eventuale alleanza con i 5 Stelle che pretendono discontinuità e un altro candidato. E comunque - mette in chiaro - «c’è tempo: nel 2015 le abbiamo fatte a marzo», taglia corto il governatore per non rovinare una giornata tutta onori e gloria. 

La quiete dopo la tempesta. Ci si mette pure la clemenza del meteo a dar lustro alla festa. «Sì, questo bel sole caldo l’ho garantito io, con un’ordinanza», scherza la Mancinelli entrata in scena giusto in tempo per il taglio del nastro. «Scusate, sapevo che era alle undici», precisa lei che della puntualità fa un vanto. Una voce fuori campo conferma il dato, nella consueta sequenza di sorrisi, strette di mano e pacche sulle spalle. 

La certezza: il Buon Pastore - splendida vetrina o bandiera da sventolare - riparte da un centrosinistra in cerca del personaggio con cui presentarsi alle urne. «Autorevole», per dirla con le parole dell’ex rettore Sauro Longhi che, arrivato ben oltre i convenevoli, non si tira indietro: «Sempre a disposizione. Sto lavorando, vado avanti». Scusi lei ma, nel caso, di chi sarebbe il candidato? «Dei marchigiani». Facile. E spariglia: «Quali primarie, sono uno strumento anacronistico: creano steccati, alimentano divisioni». Insiste: «Ci vuole un candidato forte e basta». E qui si blocca: «Questo è il tempo dell’ascolto». Non si ferma, invece, il cantiere nato per sostenerlo: 5 Stelle e liste civiche - ai quali si sarebbero agganciati Articolo 1 e pezzi del Pd - sono già lì a segnar la rotta. 

Torna a dire la voce fuori campo. Che lo stop a Ceriscioli deve arrivare da Roma, da Pesaro oppure dagli alleati. Per la cronaca: Articolo 1 e Italia Viva hanno già pronunciato il loro “no grazie” al bis del governatore. Mentre il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mastrovincenzo sfronda: «L’obiettivo fondamentale da raggiungere è l’alleanza con i 5 Stelle su programmi concreti e condivisi, da stringere subito». Sì, verrebbe da dire che i numeri primi sono soli davvero.
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