Liste d’attesa all’ultima chiamata. Storti: «Allineare offerta e domanda»

Una corsia d'ospedale
Una corsia d'ospedale
di Martina Marinangeli
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Martedì 4 Febbraio 2020, 08:13
ANCONA - «Progressivo allineamento dell’offerta alla domanda». Il percorso di abbattimento delle liste d’attesa, croce e delizia che ha caratterizzato l’intero mandato della giunta Ceriscioli, necessita di un ulteriore aggiustamento per far sì che la risposta del sistema sanitario regionale sia tempestiva ed omogenea. Con determina 44 del 30 gennaio firmata dal direttore generale dell’Asur, Nadia Storti, viene approvato l’aggiornamento del Piano attuativo aziendale per il governo delle liste d’attesa 2019-2021, con una serie di linee guida per intervenire nelle situazioni di criticità. 

 
L’inizio del processo
Con DGR 1361/2019, la Regione ha modificato il Piano regionale per il governo delle liste d’attesa, introducendo un nuovo standard di garanzia, con il rispetto nel 90% degli appuntamenti dell’ambito territoriale del distretto e distretti limitrofi. Per centrare l’obiettivo, è stata avviata un’analisi delle liste di garanzia - ovvero le mancate prenotazioni per assenza di posti letto, gestite poi attraverso i percorsi di tutela (il cosiddetto bonus/malus) – ed il dato relativo ai rifiuti della prenotazione nel periodo tra settembre e novembre 2019. 
La lettura dei dati
«La lettura dei dati per prestazione, in relazione al livello di scostamento rispetto allo standard previsto – si legge nella determina –, evidenzia le prestazioni critiche nei seguenti distretti: elettromiografia a Fano, cardiologia, visite otorinolaringoiatriche, visita oculistica, ecocolordoppler e visite ginecologiche a Jesi, cardiologia a Fabriano e cardiologia, visite dermatologiche, visita pneumologica e visita neurologica a Fermo». Al quadro generale, si collega un’analisi per branca specialistica e per prestazione, con maggiori dettagli per le discipline di radiologia e gastroenterologia. Per quest’ultima, «sono necessari un’analisi ed un progetto aziendale complessivo – è la prescrizione del dg Asur –: si registra, infatti, un quadro con criticità diffuse, legate all’effetto negativo degli ambiti territoriali a bassa autosufficienza». 
Prestazioni non monitorate
Questo sforzo si unisce alle prestazioni non monitorate dalle direttive ministeriali ma su cui si vuole alzare il livello di offerta. Qualche esempio. Nei distretti di Pesaro, Urbino e Fano al top delle criticità ci sono ecografia dell’addome e risonanza magnetica della colonna e dell’encefalo. Nel distretto di Ancona le situazioni più problematiche sono quelle della risonanza magnetica della colonna e della visita endocrinologica. La colonscopia è la criticità individuata sia a Civitanova Marche che a Macerata, mentre a San Benedetto ed Ascoli Piceno sono visita dermatologica, mammografia, visita pneumologica ed elettromiografia. Un ambito specifico di azione riguarda poi i percorsi di cardiologia pediatrica: «è necessario – si legge nella determina – sviluppare un’offerta strutturata in ogni area vasta ed una rete clinica specifica, in collaborazione con gli Ospedali Riuniti di Ancona per garantire la risposta ai bisogni». 
Le convenzioni aperte
A tal fine, nella Convenzione per consulenza medico specialistica con Torrette, è stata inserita anche la disciplina della cardiologia pediatrica per tutte le aree vaste. Per sanare le criticità individuate con l’analisi incrociata dei dati, la determina stila un «programma di progressivo allineamento dell’offerta alla domanda. Uno degli elementi critici dell’offerta aziendale è rappresentato dalla preminente erogazione di prestazioni da parte delle unità operative ospedaliere: sui 55mila posti/mese con priorità per le prestazioni monitorate, solo 16mila (29%) sono erogate da strutture distrettuali. Questo determina, in presenza di problematiche di personale, la riduzione dell’offerta ambulatoriale». 
Il piano di adeguamento
Di qui, la definizione del piano di adeguamento che passa da: rimodulazione dell’offerta tra diverse prestazioni, rimodulazione dell’offerta tra diverse sedi di erogazione, adeguatezza delle risorse umane tramite la verifica dei piani occupazionali, verifica dell’offerta della specialistica convenzionata, utilizzo mirato del fondo Balduzzi, revisione della committenza verso le strutture private e vero le aziende ospedaliere.
 
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