Elica, arriva la fumata bianca: addio a 400 licenziamenti. Ora 150 uscite volontarie. I sindacati: «Nasce un nuovo modello di relazioni»

Elica, arriva la fumata bianca: addio a 400 licenziamenti. Ora 150 uscite volontarie. I sindacati: «Nasce un nuovo modello di relazioni»
Elica, arriva la fumata bianca: addio a 400 licenziamenti. Ora 150 uscite volontarie. ​I sindacati: «Nasce un nuovo modello di relazioni»
di Aminto Camilli
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 05:05

FABRIANO  - C’è l’accordo tra Elica e sindacati. Ieri sera, al tavolo del ministero dello Sviluppo economico, azienda e parti sociali hanno raggiunto un preliminare d’intesa che scongiura i licenziamenti e garantisce un futuro produttivo in Italia. In estrema sintesi, lo stabilimento di Mergo, dove verranno trasferiti tutti i dipendenti del sito di Cerreto d’Esi (questo impianto cesserà l’attività, ma è già previsto un piano di reindustrializzazione), realizzerà prodotti di alta gamma.

Gli esuberi da 409 complessivi vengono ridotti a 150, ma il problema sarà affrontato con un percorso di ammortizzatori sociali e di uscite incentivate esclusivamente volontarie, al fine di scongiurare i licenziamenti coatti. Sono contemplati, inoltre, prepensionamenti e ricollocazioni dei lavoratori. 


Ora, sull’intesa saranno chiamati a esprimersi i dipendenti (oggi, intanto, si svolgeranno le assemblee sindacali), ma con la svolta di ieri il clima teso degli ultimi mesi sembra destinato a lasciare il posto all’ottimismo. «Un accordo difficile, ma molto importante – osserva il coordinamento unitario di Fim, Fiom e Uilm del Gruppo Elica – poiché non ci sarà nessun licenziamento e le 150 uscite previste saranno tutte accompagnate in percorsi di reindustrializzazione, prepensionamento e incentivazioni alla fuoriuscita.

La forza, il grande cuore e l’intelligenza delle lavoratrici e dei lavoratori hanno impegnato l’azienda a riportare la produzione di 200.000 cappe di alta gamma dalla Polonia con una significativa azione di reshoring e a mantenere in Italia le produzioni più rilevanti, presenti e future, garantendo alla fine del piano (fra tre anni, ndr) almeno 400 posti di lavoro full-time».

I sindacati tengono a rimarcare che «il sito di Mergo diventa il centro unico di produzione dell’alto di gamma e viene istituito un modello partecipativo con il principio di confronto continuo tra le parti, nella logica che il futuro va costruito insieme e che il contributo delle persone che lavorano è fondamentale per la sopravvivenza della stessa azienda». 


Esprime soddisfazione il presidente di Elica Francesco Casoli. «Oggi (ieri, ndr) – sottolinea Casoli – si conclude positivamente una delle fasi più complesse e delicate della storia di Elica. Con questo accordo si realizza un modello industriale che consentirà all’azienda di essere competitiva in un mercato, quello dell’elettrodomestico, sempre più internazionale, dove la concorrenza è fatta da grandi player stranieri, e di salvaguardare il futuro e la stabilità del Gruppo. Inoltre, tramite l’intervento di diversificazione industriale e i rapporti con altre imprese del territorio, verrà riassorbita gran parte del personale e sarà garantita la tenuta del sistema sociale del comprensorio. E’ la dimostrazione che il valore delle aziende familiari dà una marcia in più anche per superare momenti come questo». L’ad Giulio Cocci è molto contento «dell’esito positivo della vertenza e del senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti: azienda, sindacati e istituzioni. Con questo accordo Elica riuscirà a garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici del piano industriale, mitigando l’impatto occupazionale e convergendo verso una scelta sostenibile di lungo periodo». 


La vice ministra Alessandra Todde ringrazia sindacati e azienda per la sintesi condivisa. «L’Italia è un mercato importante per Elica, soprattutto grazie al volore del Made in Italy – afferma Todde – e proprio per questo non sono stata mai disponibile ad accettare che l’Italia e le Marche uscissero svantaggiate da questa partita». 

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