Matteo racconta il dramma: «L'auto si è cappottata ed è stata sommersa dall'acqua. Mi sono salvato così»

Matteo racconta il dramma: «L'auto si è cappottata ed è stata sommersa dall'acqua. Mi sono salvato così»
Matteo racconta il dramma: «L'auto si è cappottata ed è stata sommersa dall'acqua. Mi sono salvato così»
di Talita Frezzi
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Martedì 11 Ottobre 2022, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 19:26

SERRA SAN QUIRICO - «Mentre l’auto rotolava, mi sono reso conto che stavamo finendo dritti dentro al canale. Ho fatto appena in tempo ad aprire lo sportello e lanciarmi fuori, poi la macchina si è capottata, finendo dentro al canale col tettuccio sommerso dall’acqua. L’ha trascinata per circa 100 metri e come me anche Sabrina è riuscita a uscire». Sono concitate le parole intrise di terrore di Matteo Guerri, superstite dell’incidente di ieri sera a Sant’Elena. L’uomo ha raccontato - sotto choc - di quei drammatici minuti ai soccorritori che lo hanno trovato a terra sul terreno che costeggia il canale di fronte al civico 18, dove nel frattempo la corrente aveva trascinato la Volkswagen Polo su cui l’uomo viaggiava insieme a tre colleghe dipendenti dello stabilimento Elica.

 
Il freno a mano


«Cinzia (Ceccarelli, di Jesi) era al volante – ha riferito ancora a chi lo stava aiutando – improvvisamente ha avuto un malore, eravamo usciti dal lavoro.

Sabina (Canafoglia, 51 anni di Monsano) che viaggiava davanti se n’è accorta e istintivamente ha tirato il freno a mano, ma la macchina ha perso aderenza». Come una scheggia impazzita è finita sul campo adiacente alla carreggiata, andando a capovolgersi nel canale dove le acque – con un livello di circa 2 metri e 60 centimetri – l’hanno trascinata per circa cento metri finché non s’è incastrata in un groviglio di vegetazione e rovi. Le due donne che si trovavano davanti, sono rimaste imprigionate nella macchina, ribaltata dentro il canale, col tettuccio completamente sommerso. Dieci minuti che sono stati fatali per loro. Salva anche la terza donna che viaggiava a bordo: Sabrina Gasparrini, 57 anni che in extremis è riuscita ad aprire lo sportello ed è finita in acqua, trascinata dalla corrente fortissima. A salvarla, un groviglio di rovi in cui è rimasta impigliata. La poveretta con un filo di voce è riuscita a chiedere aiuto, mentre restava attaccata ai rovi e alla rete bassa che cinge il canale con tutte le forze.

I colleghi di Elica che incolonnati con altri mezzi viaggiavano dietro la Polo di Cinzia Ceccarelli hanno assistito alla scena e insieme ai residenti hanno estratto la poveretta con una corda. È stata portata a Torrette, ma non è grave. «Abbiamo sentito le urla, poi ci siamo accorti della macchina nel canale – dice un residente – abbiamo chiamato le altre due donne rimaste nella macchina ma nessuno rispondeva e abbiamo capito che non c’era più nulla da fare. Vent’anni fa altre due persone sono morte nello stesso modo proprio in questa zona». «Siamo tutti sconvolti – dice Andrea Novelli direttore di stabilimento Elica – erano da poco usciti da lavoro e stavano tornando a casa, passano sempre tutti da qui per evitare il traffico della statale, il semaforo e il sottopassaggio. Che dolore, che strazio». 

Fissati i funerali, nessuna autopsia

Vista la dinamica chiara dell'incidente, i Carabinieri hanno disposto solo accertamenti sull'auto (che non è stata sequestrata) e nessuna autopsia. Fissati, intanto, i funerali. Cinzia Ceccarelli, che lascia i fratelli Nando e Francesco, sarà ricordata giovedì 13 ottobre alle ore 15.30 nella Chiesa di Santa Maria del Piano in Jesi per poi essere tumulata nel cimitero jesino. L'esequie di Sabina Canafoglia, invece, si terranno giovedì 13 ottobre alle 16 presso la Chiesa San Giuseppe di Jesi. Lascia il marito Andrea, i figli Chiara e Davide, la mamma Maria Luisa e la sorella Elisabetta. 

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