Uil: nella regione cresce
insofferenza occupazionale

Uil: nella regione cresce insofferenza occupazionale
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Giovedì 2 Ottobre 2014, 18:55
ANCONA - Nelle Marche crescono la sofferenza occupazionale e quella delle attivit produttive, con la conseguenza di una sensibile diminuzione dei redditi: la regione è l'unica del centro Italia a collocarsi al di sopra della media nazionale in compagnia delle otto regioni meridionali. È quanto emerge da uno studio della Uil che ha fotografato la situazione 2013 in relazione all'andamento dell'occupazione dal 2008. L'indice per valutare la sofferenza occupazionale e lavorativa è stato costruito prendendo come riferimento il tasso percentuale di tre indicatori: il mercato del lavoro, gli ammortizzatori sociali e il reddito medio dichiarato da lavoro dipendente e assimilato. Tra le nove regioni che presentano un tasso di sofferenza sopra la media nazionale, le Marche sono al nono posto, con 3,4 punti percentuali sopra la media. Mentre tra le 46 province con una sofferenza lavorativa al di sopra della media nazionale, compaiono anche Ascoli Piceno, Ancona e Macerata, anche se quella di Pesaro e Urbino è appena al di sotto di due punti percentuali. Le Marche salgono addirittura al quarto posto, dopo Basilicata, Abruzzo e Molise, nell'indice di sofferenza delle attività produttive che considera il ricorso agli ammortizzatori sociali, con un tasso che si attesta su 32 punti percentuali superiori alla media nazionale. Largamente al di sopra della media nazionale tutte le province marchigiane. In In forte sofferenza anche i redditi da lavoro dipendente e assimilati: in questo caso l'indice regionale supera di 9,1 punti percentuali la media nazionale. «È un dato che conferma la necessità di interventi urgenti per favorire l'occupazione - sottolinea Graziano Fioretti, segretario generale Uil Marche - tanto più in una regione che nonostante abbia accusato la crisi con un pò di ritardo grazie all'iniziale tenuta del suo modello produttivo, ora sta raggiungendo i livelli di allarme delle regioni meridionali, dove la disoccupazione è un fatto purtroppo endemico. Grazie agli accordi che come segreteria regionale di Uil insieme a Cgil e Cisl abbiamo fatto con la giunta regionale per tutelare quei lavoratori e quelle famiglie colpite dalla perdita del lavoro o dalla riduzione del reddito a causa di cassa integrazione o mobilità, sicuramente si è riusciti ad arginare gli effetti della crisi. Ma ciò che non è più rinviabile - sottolinea - è creare lavoro, stimolando le produzioni interne attraverso l'aumento dei consumi».





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