ANCONA - Tredici mesi per le prime casette ai piedi del borgo distrutto dal sisma nel 2016 e cinque anni per un Piano attuativo che ancora ha molta strada da fare. Castelsantangelo sul Nera, fiore all’occhiello della ricostruzione post sisma è ancora imbrigliato nelle maglie dell’iter burocratico: di questo passo quando vedrà la luce?
E dire che la sua rinascita è stata affidata al gruppo multidisciplinare - di cui fanno parte anche lo studio dell’archistar Stefano Boeri e Mate -, realizzatori del Piano attuativo presentato lo scorso 5 marzo e adottato dal Comune a stretto giro di posta. Un progetto di ampio respiro che però deve percorrere ancora qualche miglio prima di poter essere tradotto in cantieri. Ecco l’iter: l’11 maggio il Piano è stato trasmesso dall’amministrazione guidata dal sindaco Mauro Falcucci al Commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini, che dovrà esprimere un parere, obbligatorio e vincolante, attraverso la Conferenza permanente.
La norma speciale
Una volta espletato questo passaggio, il Comune approverà definitivamente lo strumento attuativo, che costituirà norma speciale per le aree perimetrate, ed entro 24 giorni dalla comunicazione al progettista dell’acquisizione del parere del commissario, redigerà la variante al Piano regolatore generale del Comune, al fine di armonizzare e contemplare le previsioni urbanistiche del Piano attuativo con quelle relative alle aree emergenziali e oggetto di ricostruzione, ricadenti all’esterno delle aree perimetrate. L’ultimo tassello è costituito dall’approvazione definitiva in Consiglio comunale. Una strada lunga e tortuosa quella che conduce alla nuova vita dello splendido borgo sfregiato dalle scosse del sisma, partita nel giugno 2020 con l’approvazione in sede consiliare del documento direttore delle ricostruzione e ancora da percorrere nei suoi ultimi e complicati tornanti.
Il patrimonio
Di qui, la diramazione del piano sugli altri nove obiettivi: tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, attivazione di un nuovo modello di ricostruzione «autentica ma non identica dei luoghi», recupero del patrimonio storico, impiego di materiali innovativi nel rispetto della memoria storica, produzione energetica ad alta sostenibilità, qualificazione dei servizi pubblici, rilancio dell’attività turistica, valorizzazione della produzione alimentare locale e rilancio delle attività produttive. Una visione a 360 gradi che prevede un costo totale di 21.495.760 euro per il ripristino delle opere di urbanizzazione. A partire dai 6,4 milioni di euro destinati alla viabilità, fino agli 11,6 per il ripristino delle reti (idrica, fognaria, elettrica, telefonica, gas e pubblica illuminazione). E ancora, 1.850.885 euro per gli spazi pubblici, 487.350 euro per i parcheggi, 600.735 euro per gli spazi verdi e 454.190 euro per gli espropri.
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