Costantino Rozzi, l'amico guastafeste e lo scherzetto al primo Milan targato Berlusconi

Costantino Rozzi, l'amico guastafeste e lo scherzetto al primo Milan targato Berlusconi
Costantino Rozzi, l'amico guastafeste e lo scherzetto al primo Milan targato Berlusconi
di Peppe Gallozzi
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Martedì 13 Giugno 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 16:04

ASCOLI - Otto scudetti, sette Supercoppe italiane, cinque Champions League, tre Mondiali per Club, una Coppa Italia, cinque Supercoppe europee. Sono i numeri, incredibili, fatti registrare da Silvio Berlusconi come presidente del Milan. Tralasciando l’ultima impresa con il Monza condotto dalla Lega Pro alle terre di mezzo della Serie A. E pensare che la prima volta da patron dei rossoneri, nel settembre del 1986, non fu affatto fortunata. 

Lo scherzetto di Costantino

Stadio San Siro, 60mila milanisti in estasi per il nuovo corso.

Da una parte la formazione di casa guidata in panchina da Nils Liedholm, dall’altra l’Ascoli di Costantino Rozzi e mister Aldo Sensibile. Una classica Davide contro Golia vinta, a sorpresa, dai bianconeri grazie alla splendida rete di Massimo Barbuti. Quest’ultimo omaggiato, da un Rozzi euforico, con un premio partita da 8 milioni delle vecchie lire. In quella circostanza si consolidò l’amicizia, già nata in precedenza, tra i due presidenti che poi durò nel tempo. Toccante il ricordo di Sensibile: «Guastammo una festa che era già pronta. Il Cavaliere, nell’occasione, si rivelò un vero signore perché scese negli spogliatoi, mi fece chiamare dal segretario, e mi strinse la mano. Un gentleman. In quella circostanza, dove ognuno dei presenti si aspettava la goleada del Milan, era tutt’altro che scontato».

L’amichevole di San Benedetto 

Poco distante da Ascoli, a San Benedetto del Tronto, nell’estate del 1998 il Milan giocò in amichevole contro gli spagnoli del Celta Vigo (1-0 rigore di Boban). Berlusconi non presenziò ma seguì la partita dalla tv compiacendosi del lavoro svolto sul mercato dal fido Adriano Galliani. Neanche a dirlo, il Milan a fine stagione si laureò campione d’Italia.

Il capitano pesarese

Per anni, intere stagioni, il pesarese doc Massimo Ambrosini ha fatto la storia del Milan alzando trofei nelle ere Zaccheroni, Ancelotti e Allegri. Ha indossato la fascia da capitano dopo l’addio al calcio di Paolo Maldini e, soprattutto, è sempre stato uno dei prediletti di Silvio Berlusconi: «Difficilmente nel mondo del calcio ci sarà qualcuno con la stessa genialità, passione, ambizione e coraggio - ha scritto su Instagram l’ex centrocampista e ora commentatore tv - grazie di cuore per avermi dato la possibilità di far parte di una storia vincente e irripetibile».

Ancona chiama Silvio

Estate 2004. L’Ancona post-Ermanno Pieroni aveva intrapreso la via del fallimento dopo la disastrosa stagione in Serie A conclusa all’ultimo posto. Nel club dorico nato dalla ceneri della vecchia società il posto di comando era dell’imprenditore anconetano Sergio Schiavoni. Per evitare l’onta del dilettantismo e partire dalla Serie C (alla fine i dorici furono inseriti in Serie C2) fu interessato direttamente Silvio Berlusconi, all’epoca anche presidente del Consiglio: «Aveva grandi idee - ricorda Schiavoni - si mostrò sin da subito disponibile e attento alla nostra causa».

L’ultimo gioiello

L’ultimo aneddoto risale al 2020. Il giovane esterno anconetano Luca Lombardi, esploso nella Recanatese in D, fu prelevato direttamente dal Monza anche per volere del presidente. E l’emozione nelle parole del baby Lombardi è ancora tangibile: «Era un uomo incredibile, ogni calciatore gli voleva bene. Scelsi Monza per lui e Galliani».

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