Risorse per nuovi cantieri: le Marche prima escluse poi il Governo ci ripensa. Ecco come saranno suddivisi i finanziamenti

Risorse per nuovi cantieri: le Marche prima escluse poi il Governo ci ripensa. Ecco come saranno suddivisi i finanziamenti
Risorse per nuovi cantieri: le Marche prima escluse poi il Governo ci ripensa. Ecco come saranno suddivisi i finanziamenti
di Martina Marinangeli
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 04:00

ANCONA - Un contributo di 500mila euro per ciascuna delle cinque province e risorse che oscillano tra i 14.044 ed i 98.387 euro per oltre 200 comuni con meno di 30mila abitanti. Una pioggia di finanziamenti per la progettazione di opere pubbliche, in pancia ad un emendamento al Decreto Infrastrutture, che favorirà la partecipazione dei territori ai bandi attuativi del Pnrr e della programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Complessivamente sommano diversi milioni di euro che si trasformeranno in centinaia di progetti grandi e piccoli utili per le comunità.


«Tutto è nato dalla preoccupazione per i dati macroeconomici e sociali di Marche e Umbria che, per l’Unione europea, sono tornate tra le regioni in transizione, cioè meritevoli di un surplus di attenzione nella ripartizione dei fondi comunitari – spiega la deputata pentastellata Patrizia Terzoni, firmataria dell’emendamento –.

A questo punto, ho ritenuto opportuno incalzare il governo prima con una mozione e poi con emendamenti mirati in diversi provvedimenti di scala nazionale destinati alle regioni del sud per ottenere il riconoscimento in termini di investimenti e benefici fiscali anche per le due regioni del centro. Il primo emendamento passato è questo relativo al Decreto Infrastrutture, originariamente pensato per assegnare risorse ai comuni medio-piccoli esclusivamente del sud e ora ampliato, appunto, anche alle Marche e all’Umbria». 


Uno dei più annosi problemi che sono costretti ad affrontare gli enti locali è la difficoltà a reperire risorse per la progettazione di opere pubbliche, cosa che poi li esclude automaticamente dai bandi nazionali in cui spesso è necessario presentarsi con progetti immediatamente cantierabili. «Queste nuove risorse possono contribuire a colmare questo gap», prosegue la deputata, commentando il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri con la ripartizione dei fondi ai comuni e alle province pubblicato in Gazzetta ufficiale negli scorsi giorni. Nella tabella allegata al documento, si può osservare come, per le cinque province, sia previsto un contributo di 500mila euro ciascuna, mentre per i comuni, le risorse sono state declinate in diversi scaglioni, considerando anche una premialità per quelli che si sono uniti: si va da una base di 14.044 euro ad un massimo di 98.387 euro, passando per le fasce intermedie che constano di 17.070 euro, 20.940 euro, 23.966 euro, 47.652 euro, 50.678 euro, 72.145 euro e 95.362 euro.


«Bisogna fare squadra tra amministratori locali, governi regionali e parlamentari per far sì che la difficile situazione economica delle due regioni sia riconosciuta in ogni provvedimento governativo – prosegue Terzoni –. È una rivendicazione sacrosanta, fondata su dati incontrovertibili e inequivocabili della Commissione europea. L’approvazione di questo emendamento e la sua attuazione sono un primo risultato tangibile capace di dare respiro ai tanti enti locali guidati da amministratori che vogliono fare del bene alle proprie comunità, ma che spesso non hanno risorse adeguate. Abbiamo dato un primo sostegno».

Il passo successivo è quello di assicurare risorse adeguate per trasformare i progetti che verranno redatti in opere vere e proprie. «Per questo serve un lavoro congiunto, anche trasversale, ognuno nel proprio ruolo, per costituire una massa critica che il Governo non potrà ignorare» la chiosa. Con l’intervento legislativo a sostegno del rilancio delle possibilità progettuali su scala territoriale degli investimenti è stato istituito il Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale. L’ambito di riferimento del Fondo riguarda enti beneficiari localizzati nel Mezzogiorno, nelle Regioni Umbria e Marche e, più in specifico, i Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti, le Città metropolitane e le Province, nonché i Comuni ricompresi nella mappatura delle aree interne.

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