Pd, il nuovo corso inizia senza l'unità: scontro sulla presidenza del partito

Bomprezzi offre la vicepresidenza a Bellomaria, che però non si accontenta. Presidente Silvia Venerucci ma la minoranza si astiene

Da sinistra Chantal Bomprezzi, Silvia Venerucci e Paola Castricini durante l’assemblea di ieri
Da sinistra Chantal Bomprezzi, Silvia Venerucci e Paola Castricini durante l’assemblea di ieri
di Andrea Maccarone
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Domenica 12 Marzo 2023, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 14:39

ANCONA -  Partenza a ostacoli per il nuovo corso del Pd Marche, inaugurato ieri mattina nella prima assemblea regioanle post primarie che si è svolta ad Ancona nella sala conferenze della Figc in via Schiavoni alla Baraccola. La neosegretaria Chantal Bomprezzi offre il posto da vice alla perdente delle primarie Michela Bellomaria, che però risponde picche: «Abbiamo considerato il presidente dell’assemblea un punto di caduta ragionevole, come avvenuto al Nazionale per Bonaccini - ha rimarcato Bellomaria - in quanto la vicepresidenza offertaci non era contemplata dallo statuto». Ma Bomprezzi ha parallelamente messo sul piatto della minoranza anche il posto da vicesegretaria su cui, però, è arrivato il secondo “no grazie”. Ma la leader della minoranza lascia una porta aperta su possibili sviluppi futuri: «Come nelle amministrative - spiega - chi perde non entra in giunta, ma può decidere di farlo successivamente, se c’è condivisione su programma e proposte». 


La votazione


Il Pd Marche, dalla voce della neosegretaria, ribadisce la volontà di un percorso unitario: «Là fuori le persone ci chiedono di smettere di litigare e soprattutto di guardarci l’ombelico - ha detto Bomprezzi - dobbiamo essere uniti e collaborativi».

Poi, però, al momento di votare il nuovo presidente dell’assemblea del Pd Marche, la minoranza, dopo aver espresso la volontà di non presentare una candidatura, si è astenuta. Silvia Venerucci, consigliere comunale a Sassocorvaro Auditore in provincia di Pesaro Urbino, proposta da Chantal Bomprezzi, è passata comunque con 53 preferenze su 85 votanti. Un voto nullo. E 31 astenuti: ovvero tutto il gruppo di minoranza. «Se fossimo voluti andate allo scontro avremmo presentato una candidatura - rassicura il capogruppo in consiglio regionale Maurizio Mangialardi, che nelle primarie per la segreteria del Pd Marche ha sostenuto Bellomaria - invece così non è stato». Però quell’assenza di voti nell’urna s’è fatta sentire e ha pesato. Dunque i coltelli sono rimasti nella fodera, ma lo scintillio delle lame ha brillato nella sala che ha battezzato l’esordio di Chantal Bomprezzi alla guida del partito regionale. 


La discontinuità


«Ho voluto pensare ad una squadra che sia all’insegna di una grande discontinuità - ha rimarcato la segretaria Pd - che è composta per una buonissima parte da giovani fra i 20 e 30 anni. Persone che rappresentano la parte bella del Partito Democratico». E giù con la lista dei nomi: vicesegretario Matteo Terrani (35 anni, sindaco di Folignano), coordinatore di segreteria Andrea Belegni (26 anni, di Falconara), responsabile organizzativo Marco Belardinelli (28 anni, segretario della Giovanile di Macerata e segretario di circolo a Camerino). Gli altri membri di segreteria: Saura Casigliani, Daniele Sturani, Andrea Salvatori, Manuela Ciaruffoli, Alessandro Iagatti, Mattia Santarelli, Claudio Cavallaro, Sara Calisti. Invitati permanenti: il fermano Alessandro Del Monte (rappresentante Art. 1), Chiara Croce di Montegranaro (segretaria dei Giovani Democratici Marche). L’apertura verso la società civile in segno di svolta nella conduzione delle politiche territoriali del nuovo Pd Marche ha fatto capolino in assemblea regionale con le testimonianze di alcuni invitati dalla segretaria Bomprezzi a portare un contributo su temi quali il lavoro, la sanità e l’ambiente. Tra gli intervenuti anche il segretario generale Fiom Ancona, Pierpaolo Pullini che ha affondato duramente «sul fallimento delle politiche neoliberiste e di chi le ha sostenute con riforme come il jobs act ». 

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