ANCONA - Il mondo del lavoro arranca e a rimetterci sono soprattutto le donne. A scattare l’impietosa fotografia sono i freddi numeri: tra giugno 2022 e giugno 2023 si sono persi 5.503 posti di lavoro e sono aumentati i disoccupati senza precedenti esperienze lavorative (+1.923 unità), soprattutto tra le quote rosa, appunto (+1.678).
L’analisi
L’analisi del problema, ad un passo dal tradursi in emergenza, è tracciata da Cna e Confartigianato che, elaborando i dati Istat sull’occupazione nelle Marche, lasciano emergere come la diminuzione degli occupati coincida con il drastico calo delle persone disponibili a lavorare (-11.400). «Il dato che fa più riflettere - il commento dei segretari regionali di Cna e Confartigianato Moreno Bordoni e Gilberto Gasparoni - è proprio quello dei lavoratori potenziali, ossia quelli che non cercano attivamente un lavoro.
Il gap
«C’è sempre più distanza tra le qualifiche richieste dalle aziende ed i profili professionali dei disoccupati - vanno al cuore della questione i due segretari -. Quasi la metà di chi cerca lavoro non ha la qualifica necessaria per essere appetibile sul mercato. Ci auguriamo che l’annunciata riforma degli istituti tecnici e degli Its (Istituti tecnici superiori) possa ridurre questo divario, prevedendo anche stage nelle aziende e docenti provenienti dal mondo imprenditoriale».
La differenza di genere
A pagare questa situazione di precarietà, si diceva, sono soprattutto le donne, che registrano una contrazione del 2,3% per le forze di lavoro e del 2% per l’occupazione. Il numero delle donne in cerca di occupazione cala, ma molto meno rispetto alla percentuale maschile (-7,4% contro -26,2%). Scendendo nel dettaglio dei vari settori, «è evidente il ruolo positivo svolto ancora delle costruzioni - precisano Gasparoni e Bordoni -. Trainata dai bonus edilizi, l’occupazione del settore è cresciuta nella nostra regione di 2.163 unità (+5,3%) mentre il manifatturiero perde 1.042 posti di lavoro». Ondivago l’andamento dei servizi, settore nel quale si registra una crescita di 3.019 occupati in un anno in generale, ma commercio, alberghi e ristoranti restano al palo con -61 unità registrate. Crollano, infine, i lavoratori in agricoltura (-9.642 pari al 31,7%), che fa il risultato peggiore. Un quadro complicato quello del mondo del lavoro nelle Marche, che necessita di interventi strutturali. Altrimenti la voragine che si è creata rischia di non essere più sanabile.
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