Pd Marche, Mastrovincenzo è l’anti-Curti ma nomi ed alleanze che cambiano di continuo

Nomi e situazioni che cambiano di continuo: Mastrovincenzo è l’anti-Curti. Nel Pd è partita l’ultima faida
Nomi e situazioni che cambiano di continuo: Mastrovincenzo è l’anti-Curti. Nel Pd è partita l’ultima faida
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Domenica 31 Ottobre 2021, 01:35

ANCONA - E alla fine arriva Mastrovincenzo. Nella corsa alla segreteria regionale del Pd si sta facendo strada l’ipotesi di una convergenza sull’ex presidente dell’assemblea legislativa. Uno scenario che farebbe rientrare le candidature in predicato della deputata Alessia Morani e della consigliere regionale Manuela Bora, disposte a lasciare spazio alla sua discesa in campo.

In questo quadro, si profilerebbe un duello all’alba con l’ex sindaco di Force Augusto Curti, figura attorno alla quale si è creato l’inedito asse Pesaro-Ascoli – nelle figure di Matteo Ricci e di Luciano Agostini – che ormai da mesi lavora alla sua candidatura. 


La certezza si avrà il 20 novembre, quando scadono i termini per presentare i nomi che, il 19 dicembre, si sfideranno per lo scranno più alto del partito, ma tra i dem è già partita la conta. Le dinamiche interne che si erano formate prima delle Regionali del 2020 ormai non esistono più, spazzate via dal risultato catastrofico alle elezioni. In alternativa, si stanno creando nuovi equilibri. Come il duo Ricci-Agostini, appunto, che è riuscito a portare dalla propria parte una nutrita pattuglia di big a sostegno di Curti. 


Si andrebbe dalla presidente dell’assemblea regionale Silvana Amati, agli ex colonnelli maceratesi Sara Giannini e Giulio Silenzi, passando per la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli ed il capogruppo regionale Maurizio Mangialardi. Sempre restando nell’alveo di Palazzo Leopardi, anche i consiglieri pesaresi Andrea Biancani e Micaela Vitri, e l’ascolana vice capogruppo Anna Casini dovrebbero schierarsi su questo lato del campo. La candidatura di Antonio Mastrovincenzo, invece, partirebbe più dalla base che dai tavoli del partito, puntando ad un campo il più largo possibile, se non unitario. Un consenso che gli arriverebbe dalla maggioranza dei dem nella provincia di Ancona e da tre quarti di quella Maceratese, ma che pesca anche negli altri territori.


Tuttavia, ci sono anche tra i big figure disposte a sostenerlo: oltre a Morani e Bora, si parla di figure influenti a Macerata (Sciapichetti, Comi, Morgoni, la segretaria Castricini), oltre al consigliere regionale Romano Carancini. Anche il battitore libero Fabrizio Cesetti dovrebbe indossare la casacca di questa squadra stavolta, ma la posizione del Fermano è più sfumata per certi versi incerta. Non amano l’idea Curti ma non appoggiano Mastrovincenzo.


E Ceriscioli? La sponda Curti giura su un aggancio all’ex governatore, i sostenitori di Mastrovincenzo dicono che non se ne parla proprio e che l’area intorno all’ex governatore, da Villa Fastiggi in su e in giù, ha dato il sostegno all’ex presidente del consiglio regionale.

Certo sarebbe molto singolare che Ceriscioli si schierasse con i due sindaci che gli hanno fatto una guerra sotterranea (neanche troppo) che gli è costata la ricandidatura alla Regione. Questo mutato assetto potrebbe favorire Mastrovincenzo, che nella provincia del nord avrebbe già Morani dalla sua. Se Pesaro si presenta spaccata, Curti difficilmente riuscirà a spuntarla. E siamo solo all’inizio.

La certezza si avrà il 20 novembre, quando scadono i termini per presentare i nomi che, il 19 dicembre, si sfideranno per lo scranno più alto del partito, ma tra i dem è già partita la conta. Le dinamiche interne che si erano formate prima delle Regionali del 2020 ormai non esistono più, spazzate via dal risultato catastrofico alle elezioni. In alternativa, si stanno creando nuovi equilibri, con apparentamenti che fino ad un anno fa sembravano impensabili. Come il duo Ricci-Agostini, appunto, che è riuscito a portare dalla propria parte una nutrita pattuglia di big a sostegno di Curti. 


Si andrebbe dalla presidente dell’assemblea regionale Silvana Amati, agli ex colonnelli maceratesi Sara Giannini e Giulio Silenzi, passando per la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli ed il capogruppo regionale Maurizio Mangialardi. Sempre restando nell’alveo di Palazzo Leopardi, anche i consiglieri pesaresi Andrea Biancani e Micaela Vitri, e l’ascolana vice capogruppo Anna Casini dovrebbero schierarsi su questo lato del campo. La candidatura di Antonio Mastrovincenzo, invece, partirebbe più dalla base che dai tavoli del partito, puntando ad un campo il più largo possibile, se non unitario. Un consenso che gli arriverebbe dalla maggioranza dei dem nella provincia di Ancona e da tre quarti di quella Maceratese, ma che pesca anche negli altri territori.


Tuttavia, ci sono anche tra i big figure disposte a sostenerlo: oltre a Morani e Bora, si parla di figure influenti a Maceratesi (Sciapichetti, Comi e Morgoni), oltre al consigliere regionale Romano Carancini. Anche il battitore libero Fabrizio Cesetti dovrebbe indossare la casacca di questa squadra stavolta, ma la posizione del Fermano è più sfumata: la candidatura di Curti non sarebbe molto gradita a diversi dem di questa federazione, benché non sia ancora chiaro se questa diffidenza si tradurrà in un appoggio a Mastrovincenzo.


La grande incognita resta, tuttavia, l’area Ceriscioli. La sponda Curti giura su un aggancio all’ex governatore, i sostenitori di Mastrovincenzo dicono che non se ne parla proprio. Questo mutato assetto potrebbe favorire Mastrovincenzo, che nella provincia del nord avrebbe già Morani dalla sua. Se Pesaro si presenta spaccata, Curti difficilmente riuscirà a spuntarla. Insomma, la strada per Congresso promette sorprese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA