ANCONA - Il consumo di frutta e verdura è ai minimi storici. Nei primi mesi del 2023, gli italiani ne hanno consumati 2 kg in meno rispetto al 2022; addirittura 4 se si prende come riferimento il 2019 e ciò non per scelta, ma per ragioni prettamente economiche. Trend che non mancherà di peggiorare quest’anno: rispetto al 2022, il prezzo medio di acquisto della frutta e verdura del primo trimestre 2023 è aumentato dell’8%; del 21% se si prendono i prezzi del 2018 come riferimento.
I dati
Per Caterina Mandolesi, consigliere di Confagricoltura, agricoltrice a Sirolo, i prezzi non sono impazziti, ma sono il punto di arrivo di una situazione complessa.
I rischi
Ma se dalla troppa pioggia si passasse ora alla siccità a causa di questo caldo record, sarebbe un disastro. I rincari sono iniziati molto prima che le produzioni locali fossero in vendita. «Gli aumenti della frutta e verdura - denuncia l’apicoltore ed agricoltore Luca Bianchi, presidente dei Giovani della Cia Marche - si sono verificati prima dell’effettivo periodo di maturazione nel nostro territorio ed è per questo motivo che dobbiamo ottenere che ci sia la massima trasparenza sulla provenienza dei prodotti. Queste speculazioni, danneggiano i produttori locali che hanno sostenuto spese importanti e, oggi, non hanno posto per i loro prodotti su mercati che propongono merce che impatta sul budget dell’acquirente finale». Infatti, secondo il monitoraggio realizzato dall’Osservatorio nazionale Federconsumatori sui prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali, il consumatore si è trovato, a maggio, alle prese con prezzi aumentati mediamente del doppio (14%) dell’inflazione.
L’impennata
«A crescere maggiormente - elenca Giancarlo Collina, presidente del sodalizio nelle Marche - sono stati i costi di pane (32%), pasta (39%), riso (33%), zucchero (23%), pomodori pachino (25% e il formaggio fuso (25%). Aumenti non del tutto giustificati, dal momento che i prezzi sono confrontati con quelli di giugno 2022, quando già si erano verificati pesanti aumenti. Basta pensare al pane e alla pasta (+16% e +34%) rispetto a ottobre 2021». Prezzi che oscillano di meno, tuttavia, se inquadrati in una filiera corta. Il principio motore di Campagna Amica di Coldiretti.
«Si tratta di una rete di 400 agricoltori - spiega Noemi Biagiola, la responsabile di Macerata - che hanno a disposizione un mercato coperto in ogni provincia e 20 mercati rionali. I consumatori comprano direttamente dai coltivatori e quindi non ci sono i costi degli intermediari mentre il produttore ricava un miglior reddito proprio perché vende direttamente al consumatore». Secondo Biagiola, non c’è stato un calo di frequenza, anzi: i consumatori che si rivolgono ai mercati rionali sono in aumento, ed è da collegare ad una corretta intesa sui prezzi.