ANCONA - «Io adesso comincio a fa scorte di arance». Mai profezia si è mostrata più reale. Il presagio di Sergio Dolciotti, direttore tecnico di Jesi Servizi, raccolto in un’intercettazione degli investigatori si è concretizzato. Il funzionario, infatti, si trova agli arresti domiciliari a seguito della maxi indagine coordinata dalla procura distrettuale antimafia. Rifiuti (2mila tonnellate) smaltiti in maniera illecita e mazzette all’amministrazione pubblica - questa l’accusa - per ottenere appalti pubblici in ambito sanitario e, allo stesso tempo, chiudere un occhio sui conferimenti proibiti. Il filone d’inchiesta ha portato all’arresto di 5 persone, tra cui Dolciotti.
I reati
L’imprenditore Danilo Gambini, procuratore della società jesina Nuova Edil System srl, è finito in carcere.
L’inquinamento ambientale
E ancora: «Tali fenomeni corruttivi si innestano in una gestione organizzata ed illecita di ingenti quantità di rifiuti con vicende di inquinamento ambientale, validamente accertate», scrive il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Sarebbero stati esposti «a pericolo la pubblica incolumità e la tutela dell’ambiente». La gestione illecita delle scorie sarebbe stata finalizzata «al risparmio di importanti costi necessari ad una gestione lecita dei rifiuti».
La corruzione
La ditta avrebbe agito con «totale mancanza di scrupoli», soprattutto in riferimento allo sversamento di idrocarburi nel terreno di pertinenza dell’asilo. Qui, come anche ricorda il gip, sarebbe stato rimosso solo in parte il terreno contaminato «che è quindi rimasto in sito». I Gambini «dimostrano di intendere la funzione ed il servizio pubblico come oggetto di scambio e di mercimonio» si legge nell’ordinanza. Gli incaricati dei pubblici servizi «forniscono informazioni riservate, asservendo i loro poteri pubblici alle logiche di profitto e agli interessi propri e della Nuova Edil System» a cui sarebbe stata garantita «una strada privilegiata presso i settori pubblici che si occupano di appalti di opere edili». Il gip parla di «vere e proprie tangenti in denaro». Alla Nuova Edil sono stati sequestrarti 82mila euro.