Le marinerie marchigiane senza pace: «Ora il nodo è il personale»

Stop ai rincari: scende il prezzo del gasolio, «ma ancora lontani dai livelli del 2021» Lazzari (portavoce dei marittimi dorici): «In troppi si allontanano da questo settore»

Le marinerie marchigiane senza pace: «Ora il nodo è il personale»
Le marinerie marchigiane senza pace: «Ora il nodo è il personale»
di Emidio Lattanzi
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Giovedì 13 Aprile 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 15:04

ANCONA - «È la classica situazione all’italiana. Un anno e mezzo fa il gasolio per le barche lo pagavamo 50 centesimi al litro. Oggi lo paghiamo 80 centesimi e siamo pure contenti perché sei mesi fa il prezzo lo avevano portato a oltre un euro». È nelle parole del marittimo civitanovese Francesco Caldaroni, presidente delle Marinerie d’Italia e d’Europa, il pragmatico riassunto delle puntate precedenti che interessa la pesca e la vicenda del caro gasolio.

Le puntate precedenti

Una vicenda iniziata oltre un anno fa, quando il prezzo del carburante per i pescherecci, a causa della guerra in Ucraina, salì di più del doppio provocando scioperi a oltranza e veri e propri viaggi della speranza a Roma da dove, per la verità, non arrivarono molti risultati. E se lo scorso anno il prezzo schizzò fino quasi a 1,20 euro, ora sembra essere arrivato un periodo di tregua. Comunque peggiore del dato ante guerra, ma accettabile per portare la pagnotta a casa.

In pareggio

«Chi è bravo tira fuori l’utile - continua Calderoni nella sua perspicace fotografia dell’attuale situazione - chi non lo è va in pareggio.

Di certo meglio di quello che vivevamo sei mesi fa quando accendere i motori dei pescherecci significava quasi matematicamente andare in perdita». Parole che trovano conferma anche nella voce di Apollinare Lazzari, rappresentante dei marittimi anconetani, anche lui propenso a prenderla con filosofia. «Non è che siamo ai livelli del 2021 ma almeno ora riusciamo a lavorare - alza le braccia -, E considerato quello che abbiamo passato negli ultimi mesi non è poco». Più che altro ora il problema è diventato relativo alla manovalanza perché al calo dei profitti sta corrispondendo anche una diminuzione della forza lavoro. «In troppi si stanno allontanando dall’ambiente marittimo - spiega Lazzari - e nessuno si avvicina. Chi lo fa spesso chiede cifre assolutamente inaccessibili considerata la situazione attuale. Un anno e mezzo fa, tanto per fare un esempio, potevo contare su otto imbarcati. Ora ne ho cinque». Un problema nel problema.

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