La guerra stoppa l'export delle Marche: i calzaturieri i più colpiti. Tre milioni per le imprese

La guerra stoppa l'export delle Marche: i calzaturieri i più colpiti
La guerra stoppa l'export delle Marche: i calzaturieri i più colpiti
di Massimiliano Viti
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Giovedì 7 Luglio 2022, 01:15

ANCONA - Camera Commercio Marche e Regione in soccorso alle imprese danneggiate dalla guerra. Insieme, i due enti, hanno costituito un plafond da 3 milioni di euro con l’obiettivo di fornire alle aziende, che si trovano a fronteggiare una crisi di liquidità a causa della riduzione dell’export e dei mancati incassi relativi a contratti già in essere, uno strumento di accesso agevolato e garantito al credito.

Secondo la nota diffusa da Camera di Commercio questi 3 milioni «generano un moltiplicatore in termini di crediti erogati di circa 10 volte, per cui si dovrebbero complessivamente mobilitare 30 milioni di euro in termini di liquidità».

I passaggi 

Le condizioni per usufruire dell’agevolazione sono: che i clienti delle imprese devono avere sede operativa in Russia, Ucraina e Bielorussia sulla base del contratto di fornitura delle merci; le imprese marchigiane devono provare che consegna della merce e relativo incasso non sono avvenuti a causa della crisi. «Questo è il momento di intervenire in modo deciso, insieme» ha esordito il presidente di Camera Marche Gino Sabatini che prosegue: «La misura predisposta con la Regione è una forma di sostegno per danni emergenti. Infatti, dopo un inizio anno incoraggiante potrebbero aprirsi nei bilanci delle imprese le crepe conseguenza del conflitto».
L’assessore regionale Guido Castelli spiega: «L’intervento, a cui parteciperanno anche istituti di credito e il sistema dei Confidi, consisterà sia nella riduzione e abbattimento del costo degli interessi sui prestiti bancari delle imprese, sia nella copertura dei costi per la garanzia prestata dai Confidi».

Il sistema 

Tra i settori maggiormente colpiti dall’invasione della Russia in Ucraina c’è il calzaturiero. Nel sistema moda italiano, quello Fermano-Maceratese è il territorio più colpito d’Italia. Eppure il settore sta dimostrando di essere resiliente, almeno per il momento. Le dichiarazioni che sono state rilasciate nei giorni post invasione, e dopo il varo delle sanzioni, lasciavano presagire uno scenario molto cupo, con le aziende che non avrebbero oltrepassato i 3-4 mesi di vita. Per il momento ciò non si è verificato. Non si registrano né fallimenti e né risultano montagne di ore di cassa integrazione richieste. Gli elementi di resistenza delle imprese calzaturiere sono diversi. Il primo è che il business verso Mosca non si è bloccato del tutto. Il problema principale resta l’incasso da parte delle aziende produttrici ma i clienti russi si sono organizzati di conseguenza poiché hanno bisogno di ricevere prodotti made in Italy per coprire gli spazi lasciati dalle griffe del lusso che hanno abbandonato il paese. Inoltre, alcuni calzaturifici marchigiani hanno fatto ricorso all’attività di conto terzismo e hanno messo in atto tutte le soluzioni possibili per sopravvivere. 
L’indebitamento 
Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Fermo, afferma: «Non possiamo dire di aver oltrepassato il problema.

Sarà molto importante la prossima stagione e in particolare il Micam di settembre. E confidiamo anche nel sostegno pubblico per approcciare altri mercati e diventare meno dipendenti dalla Russia». Quanto al nuovo provvedimento deciso da Camera Marche e Regione commenta: «Apprezzo la buona volontà ma ci aspettiamo interventi più incisivi e strutturali che non vadano a incidere ancora sull’indice di indebitamento delle imprese».

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