E chi l’ha detto che la pandemia è stata una tagliola epocale per le Marche già destinate, secondo tutti i report economici, a scivolare verso il Sud? Sentite Francesco Merloni, uno che di economia ne mastica: «Le restrizioni alle attività economiche e alla mobilità messe in atto per contenere la pandemia hanno influito sull’avvio di nuove imprese, ma in modo meno pesante di quanto ci si sarebbe atteso».
Le parole dell’ingegnere hanno sempre un suo peso e che siano state pronunciate nell’intervento di saluto in occasione della presentazione del Rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche 2020-2021, fa un certo effetto.
Da qui a dire che le Marche sono guarite ce ne passa: i numeri dicono che da oltre un decennio, si evidenzia un continuo affievolimento della propensione imprenditoriale della popolazione. E il tema della ripopolazione dell’ecosistema economico è un tasto dolente del panorama degli ultimi anni: «Occorre agire per favorire l’avvio di nuove imprese e, soprattutto, per favorirne la crescita. I fattori su cui agire sono in parte diversi da quelli del passato poiché sono cambiati i settori di attività e le competenze necessarie all’avvio e allo sviluppo delle imprese», ha concluso Francesco Merloni.
Donato Iacobucci coordinatore della Fondazione e curatore del Rapporto ha sottolineato come nel 2020 si sia avuta nelle Marche una riduzione del 24% delle nuove iscrizioni, più accentuata della media nazionale (-17%). L’attivazione di nuove imprese è stata influenzata dalle misure restrittive della mobilità e delle attività produttive iniziate nel marzo 2020 e protrattesi, con varia intensità, per tutto il primo semestre del 2021. «Queste misure hanno impattato in misura molto diversa i settori produttivi - analizza nel dettaglio l’economista - sono risultati fortemente penalizzati quelli maggiormente dipendenti dalla mobilità e dalla presenza fisica, come il trasporto pubblico e le attività ricreative e turistiche; in altri casi vi è stato un incremento di domanda e di attività, come nei comparti delle vendite on line, di alcuni presidi sanitari e dell’home entertainment».