L’effetto Green pass: certificati di malattia a +16% dopo venerdì. Nelle Marche assenze cresciute fino al 20%, la media nazionale è del 10%

L’effetto Green pass: certificati di malattia a +16% dopo venerdì. Nelle Marche assenze cresciute del 20%, la media nazionale è del 10%
L’effetto Green pass: certificati di malattia a +16% dopo venerdì. Nelle Marche assenze cresciute del 20%, la media nazionale è del 10%
di Andrea Taffi
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 10:15

ANCONA - La fredda cronaca. Interrogando la banca dati dell’Inps nazionale, aggiornata a ieri, viene fuori che i certificati di malattia nelle Marche erano 2205 rispetto ai 1895 di sette giorni fa. Dunque aumento secco del 16%: il dato è disaggregabile con un aumento del 10% nel settore pubblico e 17 in quello privato. Nello stesso giorno, a livello nazionale, la stessa rilevazione consegnava un +10% generale sulla crescita di attestati di malatta (104mila contro 95mila) di cui praticamente una quota quasi identica tra pubblico e privato. 


I numeri a prima vista
Sono alcune delle considerazioni più immediate che scaturiscono dall’esame del fenomeno assenteismo generato dall’entrata in vigore del decreto Draghi per l’obbligatorietà del certificato verde sul posto di lavoro. Venerdì scorso la percentuale di aumento nelle Marche addirittura sfiorava il 20% con il settore privato sempre a giocare la parte del leone (21%) mentre il pubblico era addirittura sotto la doppia cifra (6%). Nello stesso giorno di avvio del decreto, a livello nazionale i dati Inps sui certificati malattia, nel pubblico e nel privato erano 47.393 e registravano un lieve aumento rispetto a due settimane fa (+5,5%) e un aumento del 23,3% rispetto a venerdì scorso. Se l’esame superficiale dei dati mette in collegamento diretto i due numeri registrati sullo stesso giorno della settimana più difficile è fare un analisi del fenomeno. Mariano Gironella è il responsabile del servizio medico legale dell’Inps Marche e spiega come si muove il flusso informativo del lavoro della squadra di sei specialisti di via Ruggeri. «Il nostro servizio - debutta Gironella - è staccato dal settore delle visite di controllo domiciliare, quelle che genericamente sono chiamate visite fiscali. Iniziamo con il dire che il nostro servizio segue le due grandi branche dell’istituto.

Quella assistenziale e quella previdenziale. Per quanto riguarda il settore assistenziale parliamo delle valutazioni di invalidità civile in tutte le declinazioni. Dall’invalidità dalle disabilità fino agli handicap siamo gli specialisti che hanno l’ultima parola su questo tipo di prestazioni dopo che la prima parte è stata coperta dal lavoro delle commissioni Asur per la parte accertativa del problema fisico». 


La parte previdenziale
È nella parte previdenziale che ci si avvicina al cuore del problema generato dall’effetto Green pass sul posto di lavoro. «In questa branca - spiega Gironella - ci occupiamo dell’assegno ordinario di invalidità, la disoccupazione, gli assegni familiari. Quindi chiamiamo gli assicurati e li visitiamo in relazione alla tipologia della prestazione richiesta. Il lavoro di filtro collegato ai certificati avviene in questo settore. In pratica, noi tutte le mattine svolgiamo questa parte verificando tutti i certificati di malattia che giungono dal sistema». Qui si entra nel dettaglio. «Il medico di base rilascia nel sistema il certificato elettronico. Noi la mattina lo vediamo possiamo muoverci in diverse direzioni. Possiamo chiedere un’integrazione di informazioni nel caso in cui il certificato non viene redatto in maniera non consona. Oppure se c’è una diagnosi troppo generica, una data sbagliata. viceversa, validiamo il certificato che passa in fase di pagamento oppure svolgiamo un richiamo perché il paziente presunto sia sottoposto a visita di controllo domiciliare». 


Il filtro maggiore
Sembra abbastanza lineare ma in realtà c’è un filtro maggiore nella storia: «Noi possiamo - conclude Gironella - chiedere la visita fiscale ma è il nostro programma Savio nel cervellone fiscale che dispone la visita in relazione alla storia del certificato. Magari io segnalo il certificato di Mario Rossi Mario per la visita fiscale, ma questo non è vincolante per il sistema. Deve essere conforme ai requisiti che secondo la sua analisi possono generare flussi di interesse».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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