Com’è trascorsa l’estate delle imprese marchigiane? Tutto sommato in salute, se è vero che in un quadro di instabilità assortite - tra inflazione e caro energia - il loro numero complessivo è salito nel terzo trimestre più che nel precedente, segnando una lieve ripresa della vitalità del sistema imprenditoriale regionale in un complesso di moderata rimonta anche a livello nazionale.
Tra luglio e settembre il Registro delle imprese della Camera di Commercio delle Marche – sulla base di Movimprese, l’analisi trimestrale condotta da Camera di Commercio delle Marche su dati Unioncamere e InfoCamere – ha rilevato 1.413 nuove iscrizioni e 1.118 cessazioni di attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio), con un saldo attivo di 295 attività economiche.
Cessazioni in calo
Siamo comunque, complessivamente, a +0,19% rispetto alla fine di giugno scorso, con una crescita, sia pure impercettibile (+0,07%) rispetto allo stesso trimestre del 2022. Rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente si osserva un lieve incremento delle iscrizioni (+1,7%), mentre le cessazioni nette sono in flessione (-11,9%). In tutto sono 154.792 le imprese registrate delle Marche alla fine del settembre scorso, di cui 137.143 quelle attive. Il saldo tra le iscrizioni e le cessazioni nette (+295 unità) si amplia rispetto a quello del terzo trimestre 2022 e migliora anche il tasso di crescita trimestrale che è pari a +0,19%, anche se resta inferiore, come spesso accade, rispetto a quello nazionale (+0,26%), con un divario che però in questo trimestre si accorcia. Tutte le province delle Marche hanno nel trimestre estivo saldi positivi: Ancona (+70; +0,17%), Pesaro e Urbino (+31; +0,08%), Macerata (+81; +0,23%), Ascoli Piceno (+73; +0,31%) e Fermo (+40; +0,21%).
Le dinamiche settoriali
Ma quali settori hanno tirato di più durante l’estate? Sono le Costruzioni, trainate ancora dai bonus edilizi, a far rilevare il saldo dello stock positivo più ampio in valore assoluto, con un +79 (20.292 le imprese registrate al 30 settembre). Molto rilevante è tuttavia il dato relativo alle Attività professionali, scientifiche e tecniche, con un saldo dello stock pari a +51 unità in un settore di dimensioni ben più ridotte del precedente (6.293 imprese). Sul podio le Attività manifatturiere (+40; 19.446), seguite dalle immobiliari (+34; 8.500), e i servizi di alloggio e ristorazione (+33; 11.054). Saldi positivi minori in altri settori del terziario, come le Altre attività di servizi (+26; 7.060 imprese), i Servizi di informazione e comunicazione (+25; 3.220), le Attività artistiche, sportive, di intrattenimento (+18; 2.597), le finanziarie e assicurative (+15, 3.357) e Noleggio, agenzie di viaggio (+14; 4.572). Anche il Commercio ha saldo positivo (+13) ma essendo il settore più grande con oltre 33 mila imprese, la crescita è ben poco rilevante.
Saldi nulli per Estrazione di minerali (0; 96), Sanità e assistenza sociale (0; 980), mentre il bilancioè negativo, ma per pochissime unità, su public utilities (-2), Trasporto e magazzinaggio (-2; 3.638) e Istruzione (-5; 673). La perdita maggiore? È quella dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca (-68; 23.004).