Over 60, nelle Marche la terza dose la prenotano in mille. L’infettivologo Tavio: «Nel mio reparto a Torrette il 90% dei pazienti è senza vaccino»

Over 60, nelle Marche la terza dose la prenotano in mille. L’infettivologo Tavio: «Nel mio reparto a Torrette il 90% dei pazienti è senza vaccino»
Over 60, nelle Marche la terza dose la prenotano in mille. L’infettivologo Tavio: «Nel mio reparto a Torrette il 90% dei pazienti è senza vaccino»
di Martina Marinangeli
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Domenica 17 Ottobre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 10:27

ANCONA - Il copione si ripete. Come è stato per gli ultraottantenni lo scorso 4 ottobre, non si è registrata la corsa alla terza dose di vaccino neanche tra gli over 60, per i quali ieri si sono aperte le prenotazioni. Alle 19, si erano registrati in 1102 a fronte di una platea di 53mila persone tra i 60 ed i 79 anni che ha ricevuto il richiamo da almeno sei mesi, e dunque nella finestra temporale giusta per fare la dose booster.

Nel target dei grandi anziani, tuttavia, era andata anche peggio: su un totale di circa 112mila over 80, appena 678 avevano prenotato nel giorno di apertura dello slot. Nelle Marche, a ieri erano state somministrate quasi 12mila terze dosi, contando anche i segmenti di popolazione composti dagli estremamente vulnerabili e da ospiti e personale delle Rsa, per i quali ci si è messi in moto prima.


La situazione attuale
In attesa di vedere se crescerà l’adesione a questo secondo tempo della campagna vaccinale, il professor Marcello Tavio, presidente degli infettivologi italiani e primario della divisione di Malattie infettive all’ospedale di Torrette, fa sapere che «nel mio reparto abbiamo fatto un controllo di tutta la casistica, da cui è emerso come il 90% delle persone ricoverate non fosse vaccinato. Quello che i vaccini dovevano fare come prima missione, e cioè tutelare la salute delle persone, lo stanno facendo alla grande: il virus sta circolando molto meno e c’è stato un enorme impatto positivo su ricoveri, passaggi in terapia intensiva e morti». Quanto alla terza dose, il professore frena e pone l’accento su un dovuto distinguo tra «la dose aggiuntiva e quella booster. Nel primo caso, fa parte della schedula vaccinale: in alcuni soggetti vanno somministrate tre dosi anziché due (la terza ad almeno 28 giorni dalla seconda).

Parliamo di una dozzina di categorie di persone, quelle più immunodepresse. Poi c’è la dose booster, quella a cui si fa riferimento parlando di terza dose: va fatta dopo sei mesi proprio pensando che ci sia una flessione nella produzione di anticorpi. Ma è un dato non così acclarato». Secondo Tavio, dunque, «non è l’assoluta priorità, rappresentata invece dal raggiungimento dell’obiettivo del 90% di vaccinati in Italia. La terza dose per le persone immunocompetenti non è stata ancora pianificata, almeno per il momento. È prematura al di fuori delle categorie a maggior rischio». Una finestra sul futuro della pandemia la garantisce Israele, primo Paese ad avviare la vaccinazione di massa: «i loro dati indicano un vantaggio della terza dose nel proteggere le persone anziane. Questo però non si è tradotto, per il resto del mondo, in un’indicazione per la terza dose indiscriminata, come a dire che due non bastano». Amplia il ragionamento il professor Luca Butini, direttore della Sosd Immunologia clinica agli Ospedali riuniti di Ancona, secondo cui «una terza dose è ragionevole che sia proposta più o meno a tutti, mettendo per primi, come si sta facendo, quelli con meno probabilità di avere una risposta efficace». 


Guardando i risultati
Ma, come Tavio, pone l’accento sui risultati positivi già raggiunti con il ciclo vaccinale composto da due dosi o dal monodose J&J: «il dato clinico ci dice che i ricoveri sono sotto controllo, ed è questo il punto più importante. Paradossalmente, il numero dei nuovi casi non è più così significativo in termini di evoluzione del fenomeno». Nella nostra regione, ad aver completato il ciclo vaccinale sono state finora 1.044.560 persone, ovvero il 76,7% della platea di marchigiani vaccinabili. Si arriva invece all’83,7% se ci si riferisce alla copertura con la sola prima dose.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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