Caso Aeroitalia, le 4 mosse di Confindustria turismo Marche. Scortichini: «Grave perdita di credibilità. Ora chi userà quegli aerei?»

Ludovico Scortichini (Confindustria turismo): «Grave perdita di credibilità. Ora chi userà quegli aerei?»
Ludovico Scortichini (Confindustria turismo): «Grave perdita di credibilità. Ora chi userà quegli aerei?»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 18:19

In quattro mosse, Ludovico Scortichini fissa le coordinate dell’uscita dai radar delle Marche di Aeroitalia. Il tour operator, ad di Go World, e presidente di Confindustria turismo, dà il peso specifico di quell’affare da dimenticare. «Punto numero uno: quello che è accaduto è gravissimo, non solo perché hanno tolto tre, quattro voli».
In uno scenario già asfittico, non è poco. Allora qual è la vera vertigine del punto di caduta?
«Il mercato di noi operatori turistici ha perso del tutto fiducia. Non vogliamo stabilire di chi è la colpa, né tantomeno pretendiamo di ergerci a giudici».


Quindi?
«Nessuno di noi investirà mai più un solo euro o metterà un solo passeggero su quegli aeromobili. Questa credibilità va assolutamente ricostruita».
Come?
«Ci raccontano che sono in corso trattative con Ryanair. Bene, vediamo quali voli metteranno in pista. A questo punto è fondamentale che, appena definite le rotte, Atim, l’agenzia del turismo che è costola di Palazzo Raffaello, e l’aeroporto di Falconara ci coinvolgano e compiano una mossa che qui non è stata mai messa in atto».
Cioè?
«Organizzino un roadshow in contemporanea con l’uscita delle tratte. Ovvero quando, come si dice in gergo, verranno messe in macchina, si avvii subito una campagna promozionale itinerante nelle destinazioni che sono oggetto di quei tragitti».
In pratica?
«Per esempio, se viene programmato un Manchester, a partire dall’estate, perché questa sarà la tempistica di Ryanair o di qualsiasi altra compagnia aerea, vorrà dire che a gennaio, febbraio o marzo si inizierà a spingere quel volo e a lanciare le Marche dalla prospettiva di quella grande città del Nord-ovest dell’Inghilterra».
Secondo punto?
«Con l’annuncio di questa uscita di scena, abbiamo tutti capito che non c’è una strategia ben chiara sui trasporti aeroportuali. Quindi, faccio una riflessione, ancora più a fondo e di valore pluriennale».
Proceda pure.
«Parto da due quesiti: Ancona è sì o no la porta dei Balcani? Il suo porto è sì o no il porto dei Balcani? Domande che valgono un doppio sì».
Dove vuol arrivare?
«Perché non disegnare la Dorica come hub di quella penisola dell’Europa orientale, delimitata a ovest dal mare Adriatico, a sud-ovest dallo Ionio, a est dal mar Nero, a sud-est dal mar di Marmara, e a sud dall’Egeo? Si genererebbe un’alleanza che peraltro potrebbe produrre dei vantaggi».
Della serie?
«Quei potenziali partner hanno una parte tecnica che aiuterebbe chi andrà a investire con gli Atr nella continuità territoriale, termine che indica quegli strumenti legislativi che hanno lo scopo di garantire i servizi di trasporto agli abitanti di regioni disagiate. Le Marche sono dentro a questa logica» .
Torniamo ai benefici che già s’immagina.
«Le destinazioni sui Balcani andranno tutte collegate con quegli aeromobili progettati per gli spostamenti regionali. Sono pensati per tratte brevi».
Allora spicchi il volo, per?
«Mostar, vicina a Medjugorje e che permetterebbe l’abbinata con il traffico religioso con Loreto. Skopje, Sarajevo, Pristina: tutte destinazioni che in termini di business stanno crescendo, ma soprattutto stanno avanzando dal punto di vista turistico. Da lì ora molti si dirigono in Grecia o in Albania: perché non intercettare quei viaggiatori e portarli da noi? È chiaro: c’è bisogno di programmazione, di aiuto».
Dia seguito al suo ragionamento. Sveli il terzo punto.
«C’è un ente che si chiama Cassa Depositi e Prestiti, una spa controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che promuove la crescita del Paese e gestisce il risparmio. Perché non coinvolgerlo? È scritto nel loro Dna: offrono supporto a progetti strategici, quindi l’obiettivo di essere un hub si integrerebbe in un piano di intermodalità adriatica e potrebbe aspirare a un ragionamento da parte del Gruppo Cdp».
La quarta e ultima mossa?
«La continuità territoriale. Aeroitalia resterà qui fino al 1° ottobre 2024, ma noi ne avremo diritto per i prossimi due anni. Si cerchi un vettore più affidabile, ma soprattutto che abbia l’autorizzazione per concedere a un passeggero, che sale a bordo ad Ancona, e poi a Roma prosegue su un altro aereo, di spedire il bagaglio con due carte d’imbarco senza doverlo ritirare al momento del cambio».
Una colpevole svista?
«Sì, ci siamo accorti tardi che Aeroitalia non avrebbe offerto questa possibilità. Nel prossimo bando questo elemento, essenziale, dev’essere compreso. A onor del vero chi lo ha emesso avrebbe dovuto saperlo».
 

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