Patate decimate dal clima pazzo: raccolti in calo per la siccità. Colfiorito, Sompiano e i Sibillini: biodiversità da difendere

Patate decimate dal clima pazzo: raccolti in calo per la siccità. Colfiorito, Sompiano e i Sibillini: biodiversità da difendere
di Andrea Fraboni
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 15:45 - Ultimo aggiornamento: 15:55

ANCONA - Più di 4.000 varietà nel mondo. Ma la strada è lunga per arrivare alle tanto adorate patate fritte. Anche perché quest’anno è stata una stagione difficilissima per le patate, prima per la siccità estiva e poi per il caldo anomalo di inizio autunno. Per le Solanum tuberosum dalle Ande in poi quasi 500 anni di storia. E nelle Marche alcuni stupendi esempi di biodiversità apprezzati a livello nazionale: la patata rossa di Colfiorito, quella di Sompiano o la patata dei Sibillini.

Nella nostra regione c’è una buona produzione spalmata in tutto il territorio e difficile da quantificare. I numeri ufficiali parlano di 2.900 tonnellate di patate raccolte su 170 ettari censiti e l’anno scorso una crescita della produzione del 18% rispetto al 2018. Quest’anno il calo è invece variabile oltre il 30%. Macerata e Ascoli guidano la produzione provinciale. Poi ci sarebbero altri 500 quintali di patate novelle ma anche in questo caso il numero può considerarsi approssimativo.


Cultura contadina e biodiversità
«Le patate fanno parte della cultura contadina - sostiene Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche - perché per secoli hanno rappresentato il cibo delle popolazioni più povere. Oggi grazie al lavoro dei contadini custodi e alla vendita diretta che viene effettuata nei mercati agricoli, assistiamo a una riscoperta delle produzioni locali come, ad esempio, la patata rossa di Colfiorito o quella di Sompiano, o la patata dei Sibillini. Un trionfo della biodiversità che dobbiamo difendere e promuovere».


A ogni zona la sua patata
Detto delle infinite variabili, le patate hanno la specificità per il loro consumo. Ma i problemi per chi le lavora non mancano. «Noi abbiamo patate e legumi come prime colture - dice Francesco Fortuni dell’azienda agricola Lorenzo, a Montemonaco, nel cuore del parco dei monti Sibillini - In alta montagna la raccolta delle nostre patate varia secondo la stagione, da metà settembre fino a novembre. Noi coltiviamo la classica patata a pasta bianca perché si adatta all’alta montagna. Ma anche la gialla. Raccolto? Non è stata un’annata molto facile, condizionata prima dalla siccità. Ma il caldo anomalo di questi giorni non ci aiuta. Per raccogliere dobbiamo aspettare il raffreddamento della terra, questo perché permette una conservazione più lunga. Da noi - conclude Fortuni - c’è poi il problema degli animali selvatici che distruggono i raccolti. Per questo motivo molte piccole aziende sono costrette a chiudere». Meno raccolto e prezzo medio alla vendita diretta di 1,20/1,30 euro al kg (fino a 1,50) per le patate biologiche. Sulla stessa lunghezza d’onda, da Borgo Pace, Francesco Muscinelli, produttore e presidente dell’associazione Patata di Sompiano. «La raccolta è praticamente finita ed è stata un’annata pesante. Noi piantiamo tra marzo e aprile, la raccolta da metà agosto a questi giorni. Il nostro disciplinare prevede due famose varietà di patate, la Desiree rossa e la Kennebec bianca. Ci sarebbe anche la Majestic ma ormai è marginale. Tra siccità e temperature alte abbiamo perso in alcuni casi quasi il 50% della produzione. Non utilizzando prodotti chimici per combattere le malattie, le condizioni climatiche ne hanno rovinate molte. Normalmente in questa zona ne raccoglievano sui 300 quintali, quest’anno saranno solo una cinquantina». Anche per le patate di Sompiano ritocco verso l’alto dei prezzi: tra 1,80 e 2,0 euro al kg secondo le confezioni (non possono essere vendute sfuse e vanno certificate).

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