Francesco Merloni: «Forlani, il vero erede di De Gasperi. Era innamorato delle Marche»

Francesco Merloni: «Forlani, il vero erede di De Gasperi. Era innamorato delle Marche»
Francesco Merloni: «Forlani, il vero erede di De Gasperi. Era innamorato delle Marche»
di Lolita Falconi
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Sabato 8 Luglio 2023, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 07:43
FABRIANO Francesco Merloni, 97 anni, imprenditore e fondatore di Ariston (di cui oggi è presidente onorario), è stato parlamentare della Democrazia cristiana (poi dell’Ulivo) per sette legislature, tra il 1972 e il 2001. Due volte ministro ai lavori pubblici con i governi Amato e Ciampi. È marchigiano come Arnaldo Forlani, di cui è stato grande amico, anche al di là della politica.
Presidente Merloni, cosa ha rappresentato dal suo punto di vista Arnaldo Forlani per la politica italiana? E quale l’eredità che lascia?
«Arnaldo Forlani è stato un vero personaggio. Di carattere mite, era una persona estremamente intelligente e aveva una grandissima capacità politica. E’ stato in assoluto il politico italiano più aderente alla linea europea e atlantista che aveva impostato e lasciato in eredità Alcide De Gasperi. Una linea che, voglio ricordarlo e sottolinearlo, ha portato l’Italia ad avere un grande sviluppo. Inoltre Forlani è stato chiamato tante volte a risolvere contrapposizioni politiche complesse e radicali riuscendo tuttavia sempre a trovare la soluzione migliore».
Quando vi siete conosciuti? Per lei, in particolare, cosa ha rappresentato Forlani? Un amico, un collega di partito, un esempio politico? 
«Ho conosciuto Arnaldo Forlani tantissimi anni fa, quando mio padre Aristide era parlamentare marchigiano della Democrazia cristiana. Per me Forlani è stato sempre un esempio per le sue capacità oratorie. Ho ammirato quel suo modo sottile attraverso il quale riusciva sempre a ricomporre divergenze tra avversari».
Ci racconti qualche aneddoto.
«Ne ho tanti, in verità. Mi raccontò una volta l’onorevole Beniamino Andreatta che in un convegno economico al massimo livello si stava parlando delle Marche e del suo essere regione molto povera. Una regione che poteva quindi essere supportata attraverso la creazione di due grandi fabbriche industriali dello Stato nelle zone di Jesi e di Ascoli Piceno. Ebbene in quell’incontro Arnaldo Forlani espresse un’opinione totalmente diversa dicendo che le fabbriche stavano in realtà già crescendo in tutta la regione e che, in particolare a Fabriano, c’era un amico industriale democristiano con molti progetti».
Che rapporto c’era tra Forlani e le Marche?
«Forlani amava la sua terra, la frequentava specie durante l’estate. Era comunque un politico molto equilibrato e per questo non ha mai forzato le decisioni per favorire la sua regione seppure, come ho detto, l’amasse molto».
Da tanti anni Arnaldo Forlani era fuori dalla scena politica eppure in molti ancora oggi lo ricordano con affetto e con una certa ammirazione. Perché?
«Perché è stato un politico che non ha fatto mai polemiche. E non ha mai portato rancore a nessuno».
Lei ha fatto parte, come Forlani, della Prima Repubblica. Cosa c’è da rimpiangere di quei tempi? Cosa manca alla politica di oggi, se manca qualcosa?
«Io sono stato ministro ai lavori pubblici dal 1992 al 1994 nei Governi guidati da Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi. In entrambi i casi si trattava di governi di etica e garanzia per tutti». 
 
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