Davide Broccoli, Vetrotec di Montecchio: «Il passaggio tra padri e figli? Servono passione e fiducia»

Davide Broccoli, Vetrotec di Montecchio: «Il passaggio tra padri e figli? Servono passione e fiducia»
Davide Broccoli, Vetrotec di Montecchio: «Il passaggio tra padri e figli? Servono passione e fiducia»
di Véronique Angeletti
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 08:32

Il rapporto annuale di Intesa Sanpaolo riferisce che, nelle Marche, solo il 17% delle imprese distrettuali hanno nel board un under 40.
Davide Broccoli, account manager e R&S del gruppo Vetrotec di Montecchio, 120 dipendenti, oltre 20 milioni il fatturato: lunedì avete inaugurato una nuova unità produttiva altamente tecnologica di 10mila mq.

Quanto conta il ricambio generazionale in questo investimento? 
«Con mia sorella Nicoletta non siamo nella fase di un ricambio e ma siamo in una efficace fase di affiancamento generazionale. Mio padre Severino è estremamente attivo in azienda». 
Nello scambio, chi ha guadagnato cosa?
«C’è un trasferimento di competenze e di idee che vanno a rafforzare la struttura che cresce con più solidità. Nel nostro caso, abbiamo imparato a consolidare i valori del fondatore e dato un rinnovato slancio agli obiettivi dell’azienda».
Ad esempio?
«Lo stabilimento 4.0 all’avanguardia appena inaugurato che non va attribuito a noi giovani, ma è il frutto di quell’affiancamento, di un continuo brainstorming, della voglia di crescere insieme». 
Ma se il fondatore fosse stato da solo a capo dell’azienda, l’investimento sarebbe stato fatto?
«Non lo so. È vero che mobilita molti soldi ma non toglie che è proprio dal connubio tra vecchie e giovani generazioni che nascono opportunità».
Per lo studio avere giovani nel board fa sì che l’azienda abbia una maggiore attenzione alla sostenibilità. Nel caso Vetrotec?
«I più giovani sono più sensibili alla sostenibilità anche se, per forza maggiore, l’altra generazione lo deve essere».
Può spiegare meglio?
«La sostenibilità non va solo interpretata come un tema eco-friendly e green a favore del pianeta. Nell’ottica di un’industria, la sostenibilità è quasi un obbligo per assicurarsi un futuro. Consente di consumare il minor numero di risorse possibile. Non vale solo dal punto di vista ambientale, ma del lavoro, dei rapporti sociali. Aiuta a creare un’organizzazione che pesa il meno possibile e rende l’azienda più snella e più veloce».
Ma da ex presidente dei giovani imprenditori di Confindustria quali sono gli ostacoli al ricambio?
«Innanzitutto, che non tutti i figli degli imprenditori si sentono imprenditori. Poi, il passaggio è un misto dove ci vuole passione, fiducia, coinvolgimento e collaborazione. Infine, le Marche sono fatte di tante piccole aziende, meno strutturate, e questo lo rende più complicato». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA