Effetto vaccini, terapie e varianti nelle Marche: incidenza dei casi in un anno moltiplicata per 15 ma i decessi sono dimezzati

L'arrivo dei pazienti Covid al pronto soccorso dell'ospedale di Torrette
L'arrivo dei pazienti Covid al pronto soccorso dell'ospedale di Torrette
di Lorenzo Sconocchini
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Gennaio 2022, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 08:14

ANCONA - Quanto si muore di Covid nelle Marche? Sempre troppo. Perché ognuna di quelle vite perdute dall’inizio dell’emergenza sanitaria - 3.353, età media 82 anni, uomini e donne protagonisti della ricostruzione del nostro Paese dopo la guerra - meritava di durare più a lungo. Ma quanto si muore oggi di Covid resta uno di quei parametri che aiutano - nel confronto tra dati spesso disomogenei proposti dal succedersi delle varianti - a orientarsi per capire a che punto siamo dell’emergenza sanitaria iniziata nel febbraio 2020.

Ortopedia con il fiato corto, lista d’attesa fino a 8 mesi per interventi non urgenti. Il Covid fa rinviare le operazioni

E allora, nel picco più alto della diffusione virale - con oltre 20mila marchigiani al momento positivi e altri 49mila in quarantena precauzionale - sarà di conforto scoprire che in questa quarta ondata i decessi correlati al virus sono la metà rispetto a un anno fa. Le vittime del Covid sono scese da una media giornaliera di 13 del 22 gennaio ‘21 ai 5-6 di adesso. Un bollettino sempre dolorosissimo (ieri altri 4 decessi, compresa una 57enne di Montegranaro) ma in netta flessioni, nonostante la circolazione sia aumentata addirittura di quasi 15 volte, salendo dai 181 casi settimanali ogni 100mila abitanti registrati il 23 gennaio 2021 ai 2.647 dell’aggiornamento di ieri. Come dire che la mortalità in chi si contagia, da un anno all’altro, è diminuita 30 volte. Sarà l’effetto combinato della prevalenza di Omicron, variante meno letale della Delta, e soprattutto dello scudo dei vaccini (che copre ormai con un ciclo completo il 95% circa dei marchigiani over 70).

Sarà che i protocolli di cura ormai si vanno affinando (le Marche sono la seconda regione per somministrazioni di anticorpi monoclonali) e riescono a fronteggiare anche i casi di malattia più severa. 


Quinti in classifica
Ognuno di questi fattori ha contribuito a ridurre il rischio di morire d’epidemia e ora le Marche sono tra le regioni più virtuose per capacità di contenere la frequenza dei decessi per Covid rispetto alla popolazione. Se la nostra regione è al quinto posto nella classifica dei ricoveri in terapia intensiva, con 3,53 ogni 100mila abitanti nell’ultimo mese (prima è la Val d’Aosta a 5,65) la graduatoria si ribalta nel calcolo dei decessi per Covid rapportati alla popolazione: nell’ultima settimana, con 2,6 casi ogni 100 mila, le Marche sono la quinta regione più virtuosa, lontanissima dal primato negativo della Lombardia, a quota 6,2.

E sembra davvero un’altra era quella conosciuta durante il primo lockdown, quando le polmoniti da Coronaravirus seminavano lutti allargando la forbice dell’eccesso di mortalità, il surpus di decessi rispetto alla media registrata nei cinque anni precedenti. Basta seguire i tracciati di un grafico pubblicato da “Pillole di Ottimismo”, il gruppo di studiosi che si è formato intorno allo scienziato senigalliese Guido Silvestri: al 21 marzo 2020, quando in media i bollettini registravano 16,2 morti per Covid al giorno, lo scarto rispetto al trend 2015-‘19 era di 23,1 decessi in più al giorno. 

A gennaio 2021 l’eccesso di mortalità giornaliera si era ridotto a 8,4 morti. Le ultime curve (aggiornate a novembre scorso per la necessità di attendere le statistiche ufficiali Istat sulla mortalità generale) il surplus da Covid si è praticamente azzerato. La mortalità media giornaliera di fine novembre, nel quinquennio 2015-‘19, era stata nelle Marche di 48,1, e la differenza con quella del novembre ‘21 (48,3) è praticamente nulla. Intanto, per secondo giorno consecutivo, scendono i ricoveri per Covid nelle Marche, ieri 341 (-5).

© RIPRODUZIONE RISERVATA