Marche, il 10% del personale scolastico non è vaccinato. Pressing dopo l'allarme di Figliuolo

La scuola delle Marche si interroga sulla riapertura di settembre
La scuola delle Marche si interroga sulla riapertura di settembre
di Martina Marinangeli
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Venerdì 23 Luglio 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 16:01

ANCONA - Spingere sulle vaccinazioni per un rientro a scuola in sicurezza, con l’opzione della profilassi obbligatoria che resta sul tavolo. Per ribadire la priorità del tema ed arrivare a settembre con le carte in regola, il commissario straordinario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo ha scritto alle Regioni affinché pongano in essere tutte le azioni necessarie per arrivare alla «massima copertura vaccinale del personale scolastico» e diano precedenza nelle somministrazioni ai ragazzi over 12 che dovranno tornare sui banchi.

 
L’obiettivo
A queste richieste si aggiunge anche quella di quantificare – entro il 20 agosto – il totale di coloro che, tra docenti, presidi e personale Ata, non ha ricevuto la profilassi per scelta, perché ha di recente contratto il Covid o perché impossibilitato per motivi di salute.

Nodo, quest’ultimo, che ha reso necessaria pure una precisazione da parte del generale: non un «elenco», come in un primo momento era filtrato, ma una generica «quantificazione delle mancate adesioni a fini statistici, nel rispetto della privacy e delle scelte personali». Nelle Marche, stando ai dati dell’anno scolastico 2020/2021, ci sono 23.799 docenti, 5.942 soggetti appartenenti al personale Ata e 214 presidi. Unendo le tre categorie a quella dei professori e del personale universitario, la stima del target totale elaborata dalla Regione ammonta a 37.985 persone, il 90,5% dei quali (34.371 soggetti) ha ricevuto almeno la prima dose e l’82,8% (31.465 soggetti) ha completato il ciclo.


I dati in regione
Dunque rappresenterebbe una percentuale nettamente minoritaria la fetta di personale scolastico non ancora vaccinata, ma si deve puntare a recuperare anche quel 10% rimasto fuori dai radar. Scendendo nel dettaglio delle fasce d’età, tra i 20 ed i 29 anni la prima dose è stata somministrata a 2582 persone ed il richiamo a 2383, dato che raddoppia tra i 30 ed i 39 anni (5642 prime dosi, 5218 richiami). Numeri più consistenti tra gli over 40 - dove a ricevere la prima dose sono stati 9220 soggetti, mentre hanno completato il ciclo in 8532 – e gli over 50, con 11.202 prime dosi e 10.246 richiami. Chiudono l’elenco gli over 60 (5569 prime dosi e 4954 seconde) e, in maniera residuale, gli over 70 non ancora andati in pensione (156 prime dosi e 132 richiami). «Auspichiamo che entro il 20 agosto» tutto il personale scolastico, docente e non docente «risponda in maniera convinta all’invito a vaccinarsi, comprendendo il valore civico di questo gesto», la speranza del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in merito alla lettera inviata da Figliuolo alle Regioni. 


L’ipotesi da valutare
Ed aggiunge: «qualora, però, a quella data il problema dovesse persistere, credo opportuno valutare l’ipotesi dell’obbligo vaccinale per questa categoria. La scuola è una priorità e bisogna fare di tutto per garantire la didattica in presenza». Ed a questo scopo, si cerca di stimolare anche l’aumento delle vaccinazioni tra i più giovani, - ancora molto basse, soprattutto tra i 12 ed i 15 anni – «ponendo in essere le azioni necessarie a dare priorità alle somministrazioni nei confronti degli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni», precisa Figliuolo nella comunicazione ai territori. Priorità che non deve però cozzare con la copertura delle categorie più a rischio, come «soggetti fragili, di età over 60 e con comorbilità» non ancora vaccinati, per le quali «è necessario continuare a garantire la massima priorità alla profilassi, facendo esteso ricorso al coinvolgimento attivo di tali cittadini, nel rispetto delle norme sul trattamento/protezione dei dati personali».


I nodi da sciogliere
E l’associazione nazionale dei presidi ribadito la richiesta di indicazioni certe «sul rapporto tra distanziamento, utilizzo delle mascherine chirurgiche e tutela della riservatezza. Ad esempio - sottolinea l’Anp - , va chiarito se in condizioni di distanziamento sia possibile fare a meno delle mascherine anche per i non vaccinati (di cui peraltro la scuola non conosce e, a legislazione vigente, non può conoscere i nominativi). la scuola in presenza è possibile e auspicabile. Spetta adesso al governo la mossa decisiva: confidiamo nel presidente Draghi».

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