Le Marche sono già in fermento. Obiettivo: riaprire il 3 dicembre. Ecco che cosa si potrà tornare a fare e che no

Il governatore Francesco Acquaroli
Il governatore Francesco Acquaroli
di Maria Teresa Bianciardi
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Sabato 21 Novembre 2020, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 09:14

ANCONA - Con l’indice di trasmissibilità - il famigerato quanto temuto Rt - che ieri si è abbassato fino ad arrivare a 1,17 anche le Marche sono autorizzate a sperare. E la speranza è che tra una settimana, entro giovedì, questo indicatore scenda sotto l’uno, come avvenuto già in quattro regioni: se così fosse dal 3 dicembre si riaprirebbero le porte per far ripartire i consumi nel periodo dell’anno più proficuo per le attività commerciali.

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Il governo ha già in mente il piano, che nelle scorse ore è stato anticipato ai presidenti regionali: orario dei negozi prolungato fino alle 22 per evitare assembramenti diluendo gli acquisti, riapertura dei centri commerciali (adesso nelle Marche zona arancione operativi solo per market e parafarmacie), ma soprattutto far tornare operativi ristoranti, bar, pasticcerie e pub. 

L’ipotesi è quella di un’apertura serale, con il coprifuoco spostato di un’ora o due rispetto alle 22 attuali.

Insomma una rimodulazione importante che accenderebbe le luci natalizie, pur nel rispetto delle misure anti Covid a cui dovremo sottostare fino alla distribuzione del vaccino. Ma tornerebbero a respirare, economicamente parlando, circa 9.700 imprese che hanno subito il giro di vite del governo con la classificazione in zona arancione. Come ha spiegato lo stesso governatore Francesco Acquaroli in una call conference con i vertici delle associazioni di categoria, subito dopo il confronto Stato-Regioni di giovedì. Massimiliano Polacco direttore di Confcommercio Marche Centrali conferma che la categoria sta lavorando assiduamente su questa ipotesi e l’obiettivo è fissato al 3 dicembre, non più in là.

«Pensare di far partire la macchina natalizia dopo questa data - spiega - significa creare una smodata corsa agli acquisti che non consentirebbe una adeguata gestione degli assembramenti e del rispetto del distanziamento anti Covid. Per questo dobbiamo cercare di anticipare il più possibile e l’Rt di queste ultime ore ci conforta. Abbiamo anche il sostegno di tantissimi sindaci che ci hanno confermato la volontà di illuminare a festa i centri storici per incentivare gli acquisti e far trascorrere ai marchigiani un periodo di serenità». Fa da contraltare il segretario Confartigianato Marche, Giorgio Cippitelli, che guarda oltre il periodo natalizio con una disamina critica delle azioni governative. «Io finché non vedo non ci credo - esordisce, commentando l’ipotesi riapertura del 3 dicembre -. Se la finalità del prossimo Dpcm è quello di riavviare un pezzo di economia legata alle festività di fine anno per poi tornare in apnea, non credo sia l’ideale, anche se servirà a far respirare il commercio. La questione invece è più complessa e va studiata sul lungo periodo, non solo a breve raggio d’azione. Bisogna ragionare cioè sul futuro, oltre l’emergenza. Quando arriveranno i vaccini». 


Cippitelli fa un rapido calcolo: «Se è vero che avremo la cura ipotizziamo per marzo, come arriveremo a quella data? Saremo preparati a far ripartire nell’immediatezza la nostra economia? La risposta al momento è no. Perché si va ancora a tentoni, quando invece dovremmo metterci attorno ad un tavolo e programmare la rinascita del Paese e della nostra regione. È fondamentale adesso capire che strada dovremo intraprendere quando finirà la pandemia». Cambio di prospettiva. Otello Gregorini, segretario Cna Marche, ha appena chiuso la call con il governatore Acquaroli e l’assessore Carloni sul piano Covid alle imprese. «In una sfida tra salute ed economia, l’economia non vince. A meno che non riusciamo a portare l’emergenza ad un livello gestibile. Se continuiamo a comportarci in maniera adeguata - riflette - potremo arrivare al 3 dicembre con le Marche candidate a cambiare colore e pensare che il Natale sarà comunque un momento di festa. Senza però scatenarci come abbiamo fatto questa estate: in questa maniera anche l’economia regionale tornerà a prendere fiato e sarà un sostegno vicendevole che rafforzerà anche il senso di comunità».

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