Covid, si affaccia di nuovo lo spettro della variante inglese: 8 casi tra Ancona, Loreto e il Maceratese

Covid, si affaccia di nuovo lo spettro della variante inglese: 8 casi tra Ancona, Loreto e il Maceratese
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 02:40

ANCONA Si vedrà nei prossimi giorni se davvero comincia a sentirsi l’effetto della zone rosso-arancioni che si sono alternate dal 24 dicembre all’Epifania, con restrizioni severe interrotte da qualche raro spiraglio in giallo, ma a due settimane dalla fine delle festività la curva dell’epidemia nelle Marche si è piegata verso il basso.

Non in una singola estrazione di dati giornaliera, che può essere esposta a fluttuazioni statistiche o risentire di un calo dei test, ma in un confronto tra settimana e settimana, molto più affidabile per l’analisi dell’andamento dei contagi. Tra il 14 e il 20 gennaio si sono registrate nella Marche 2.971 nuove diagnosi di positività al Sars-Cov-2, contro le 3.597 della settimana precedente (7-13 gennaio): dunque 626 casi in meno pari a un calo del 17,4%. 
La media giornaliera, da una settimana all’altra, è scesa da 513 casi a 424. Ed è calata sensibilmente (passando dal 30,7% al 26,3%) la percentuale delle persone positive sul totale di quelle sottoposte per la prima volta a tampone molecolare, al netto dei test rapidi che hanno bisogno di riscontro con tampone per essere certificati come casi positivi. Già da questa settimana in realtà il ministero autorizza a considerare come casi positivi anche quelli che emergono da test antigenici (a patto che siano sintomatici e in una regione con prevalenza alta) ma il nuovo sistema di catalogazione andrà a regime nei prossimi giorni. 


La tendenza
Il dato settimanale delle Marche è incoraggiante specie se confrontato con tutto il trend di gennaio, che aveva raggiunto una media giornaliera di 549 tra il 4 e il 10 gennaio, salita a 551 nella settimana 6-12 gennaio e ancora a 546 tra il 9 e il 15 gennaio. Per non parlare della prima ondata di autunno, quando nella seconda settimana di novembre era stato raggiunto un picco di 650 casi di media giornaliera. Adesso siamo a circa due terzi rispetto al rialzo improvviso di casi registrato due mesi fa. Presto però per tirare un sospiro di sollievo, pensando che l’onda si sia abbassata e non c’è il pericolo che si risollevi ancora. Anche perché ieri s’è riaffacciato nelle Marche lo spettro della variante inglese del Coronavirus, non più pericolosa di quella originaria quanto a effetti sulla salute, ma sicuramente più rapida nel diffondersi, capace anche di impattare negativamente sull’indice Rt. 


Il cluster familiare
Dopo il cluster familiare individuato prima di Natale a Loreto (con sei casi contenuti da un rapido tracciamento dei contatti e l’isolamento delle persone a rischio), ieri sono stati individuati altri 8 casi di variante inglese, con il sequenziamento del virus che ha rilevato una forma mutata nel genoma di Sars-Cov-2. Uno dei casi è stato diagnosticato proprio a Loreto, tre ad Ancona, gli altri in diversi comuni tra cui Macerata e Civitanova. I Dipartimenti di Prevenzione e Igiene pubblica delle Aree Vaste hanno subito avviato l’indagine epidemiologica (come sempre avviene sui casi di positività accertati) per individuare i contatti stretti ed isolarli in modo da arginare la diffusione della variante più appiccicosa del virus.
I dati riferiti ieri dal Servizio salute e dall’Osservatorio epidemiologico regionale (relativi come sempre alla tornata di analisi del giorno prima) riportavano 417 nuovi positivi rilevati nelle Marche nel percorso nuove diagnosi, il 24,5% delle 1.924 persone sottoposte per la prima volta a tampone molecolare.

In tutto, nelle 24 ore di riferimento, sono stati testati 7.122 tamponi, considerando anche i 2.955 nello screening con percorso Antigenico e i 2.246 nel percorso guariti (i test ripetuti per accertare se un contagiato si è negativizzato). 


Le province
La provincia con più casi è stata Ancona (135), seguita da Macerata con 86, Pesaro Urbino con 76, Fermo con 65, Ascoli con 38. I soggetti sintomatici sono stati 46, (l’11,5% del totale) mentre gli altri casi sono addebitati a contatti in ambito domestico (84), contatti stretti di casi positivi (158), nell’ambiente di lavoro (18), in ambienti di vita/socialità (17), in setting assistenziale (10), in ambiente scolastico (16), o da screening percorso sanitario (4). Per altri 64 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Dai 2.955 test del percorso screening antigenico sono emersi altri 62 casi positivi, con un un rapporto tra positivi e testati è pari al 2%».

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