La direttrice di Virologia di Torrette, Bagnarelli: «Il virus non sopravvive in acqua: bagni consentiti»

La direttrice di Virologia di Torrette, Bagnarelli: «Il virus non sopravvive in acqua: bagni consentiti»
La direttrice di Virologia di Torrette, Bagnarelli: «Il virus non sopravvive in acqua: bagni consentiti»
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Domenica 5 Aprile 2020, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 15:31

ANCONA  - I giorni del primo sole primaverile e dell’aria tiepida fino allo scorso anno avrebbero già invitato un giro in spiaggia o sul lungomare (per chi ce l’ha). E per i più temerari anche un bagno freddo e ristoratore. Senonché nel mondo alla rovescio generato dal Coronavirus, con il plateau dei contagi che sembra individuato e i pronostici sulla riapertura della vita normale che rianimano l’italica vis polemica siamo a un passo da un’estate da incubo. Altro che stessa spiaggia, stesso mare. 

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Se tutto verrà rivoluzionato per tutti, nella lavatrice della prevenzione finiranno anche le due ore al mare finché il sole non scotta, il tuffo nella pausa pranzo o all’imbrunire, la giornata dalla mattina alla sera, “rosciolata” inclusive. Non proprio l’ultimo dei problemi per una regione che ha 180 chilometri di costa dalla sabbia di Gabicce a quella di San Benedetto del Tronto e che ha fatto della sua industria turistica il secondo comparto dell’economia regionale. Peraltro con numeri in netta ripresa dopo le tre estati spese per la ricostruzione (figurata) dell’immagine turistica post-sisma e decine di imprenditori del settore ricettivo impegnati a tutte le latitudini a programmare la riqualificazione delle proprie strutture grazie ai bandi studiati dalla Regione e sostenuti dalla Camera di commercio delle Marche. In tanto fermento, ecco l’incubo nell’incubo che all’interno del tema “Ripartiamo o moriamo tutti” fa già capolino nella quarantena forzata di tutte le famiglie. È stato l’imprenditore balneare Sandro Assenti, ieri da queste colonne, a sollevare il quesito ancora non stagionale, ma ormai quasi: «Fare il bagno sarà pericoloso con il virus? Nessuno ancora ha saputo rispondermi» si chiede uno dei primi operatori della regione all’interno di una sfila di domande su come bisognerà gestire le attività di uno stabilimento balneare.

Assenti ha parlato di distanziamento maggiore tra gli ombrelloni, sanificazione periodica dei letti, veli usa e getta per la protezione del lettino. Poi c’è il difficile capitolo della protezione delle toilette pubbliche con distributori di gel igienizzanti in ogni dove. «Il bagno si può fare, il virus non sopravvive in acqua» dice la direttrice della Virologia degli Ospedali Riuniti di Torrette. E lo dice con un sorriso perché «il problema vero sarà fuori, è la distanza tra le persone, la gestione della spiaggia». Il dibattito tra epidemiologi è nel vivo: gittata degli sternuti, potenza dei colpi di tosse, resistenza del droplet (goccioline) o permanenza nell’aerosol, capacità del virus di resistere nell’aria immesso da un contagiato anche solo parlando e rischio di essere inalato da chi non è positivo. Pessima storia per mille ragioni. Tra le altre, anche per chi dovrà pensare a organizzare le spiagge e a chi le dovrà frequentare. Meglio gli arenili lunghi (Senigallia, Civitanova, Pesaro e Fano) oppure puntare sul fuori stagione diradato con il mare di scoglio del Conero? Speriamo si possa presto parlare di un bel dilemma: significherebbe per metà è già stato risolto e di qui a giugno qualche risposta (e soluzione) anti virus possa garantire se non la stessa spiaggia e lo stesso mare almeno un po’ di sole e un po’ di mare.

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