ANCONA «Le criticità non mancano. Tuttavia è possibile affermare che anche nel 2023 il Tar Marche ha garantito ai cittadini della regione l’espletamento del servizio di giustizia amministrativa in condizioni di accettabile tempestività». A scattare la fotografia è il presidente Giuseppe Daniele, che ieri mattina ad Ancona, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale Amministrativo Regionale, ha presentato il resoconto dell’attività del 2023. E il bilancio è positivo.
I numeri dicono infatti che lo scorso anno sono state pronunciate più sentenze (724) rispetto ai ricorsi depositati (568) con un saldo attivo di +156.
Il cambio di marcia
Poi dal 1997 il trend si è invertito, portando a una progressiva diminuzione delle pendenze: 15.199 nel 2003, 5.979 nel 2012 e 1.832 nel 2023, con una riduzione rispetto all’anno precedente del 17,1% (meglio della media nazionale dell’8,3%). Per contro, però, il Tar Marche ha il record di ricorsi pendenti ultradecennali (496, pari al 27% del totale). «Le cause – spiega Daniele - sono l’insufficiente dotazione di personale e un’inadeguata programmazione del lavoro, che non ha tenuto nel debito conto la necessità di un rapporto equilibrato fra la definizione dei vecchi ricorsi e di quelli nuovi, privilegiando questi ultimi». C’è però una novità positiva: l’istituzione al Tar delle Marche della seconda Sezione interna con l’obiettivo di aggredire l’arretrato e scongiurare azioni risarcitorie per ritardata giustizia. In ogni caso, nel 2023 il numero dei ricorsi è diminuito del 18,5%: i settori più colpiti sono l’edilizia e l’urbanistica (103 ricorsi) mentre non ne è stato depositato nessuno in materia di informativa antimafia.