Grave per una polmonite da Covid, serve il cesareo d'urgenza: bimba nasce dalla mamma intubata

La terapia intensiva del Salesi
La terapia intensiva del Salesi
di Stefano Rispoli
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Domenica 9 Maggio 2021, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 06:25

ANCONA - Un parto d’urgenza per salvare madre e figlia. Perché il Covid è meno dilagante in questa fase, ma non meno aggressivo. La neonata è fuori pericolo, ma dovrà restare in osservazione fino a quando non verrà accertata la sua negatività al virus. La mamma, invece, resta in condizioni critiche, intubata per una grave insufficienza respiratoria: è in prognosi riservata, anche se i medici esprimono un cauto ottimismo alla luce di un progressivo miglioramento dei parametri clinici. 

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Il cesareo da brividi è stato eseguito venerdì mattina all’ospedale pediatrico Salesi di Ancona, dove la donna, una trentenne d’origine straniera alla trentaseiesima settimana di gravidanza, è arrivata mercoledì, trasferita dall’ospedale di Ascoli a cui si era rivolta la settimana scorsa per verificare l’origine di una tosse insistente e per sottoporsi ad una visita ginecologica. Il sospetto del Covid è stato confermato da un tampone positivo. Il quadro clinico inizialmente non sembrava preoccupante, ma le condizioni della donna hanno subito un’evoluzione negativa in pochissimo tempo. Un peggioramento improvviso, al punto da rendere necessario il trasferimento d’urgenza nel polo pediatrico anconetano. 


Dapprima l’insufficienza respiratoria è stata trattata con ventilazione non invasiva nel reparto di Rianimazione pediatrica diretto dal dottor Alessandro Simonini.

Ma la polmonite da Covid, con il passare delle ore, si è manifestata in maniera sempre più severa: la sofferenza avrebbe potuto interessare il feto e c’era il rischio che non gli sarebbe arrivato l’apporto di ossigeno adeguato. Così venerdì mattina i medici del Salesi hanno disposto un parto cesareo d’urgenza, eseguito dall’équipe del professor Andrea Ciavattini, primario della clinica di Ginecologia ed Ostetricia. L’intervento, effettuato sulla donna intubata, è perfettamente riuscito.

La bimba sta bene, ma ora è ricoverata nel reparto di Terapia intensiva neonatale, seguita dal professor Virgilio Paolo Carnielli: verrà trattenuta in osservazione fino a quando tre tamponi in serie nell’arco di dieci giorni non daranno tutti esito negativo. La mamma, invece, resta in prognosi riservata, sottoposta a cure intensive e sempre assistita da respirazione artificiale. «Nelle ultime ore c’è stato un discreto miglioramento dei parametri» spiega il dottor Simonini. Il che giustifica un cauto ottimismo, anche se le condizioni della trentenne dovranno essere attentamente monitorate, nella speranza che la neo mamma vinca la sua battaglia personale contro il Covid. 

«Il virus può ancora colpire in maniera aggressiva, non dobbiamo abbassare la guardia - avverte il primario della Rianimazione pediatrica del Salesi -. Sebbene le progressive riaperture siano condivisibili, mai come in questo momento diventa fondamentale la responsabilità del singolo, il rispetto delle regole anti-contagio e del distanziamento sociale e l’uso dei dispositivi di protezione». In oltre un anno di pandemia cinque donne in gravidanza, infettate dal Covid, hanno dovuto ricorrere alle cure intensive della Rianimazione del Salesi, ma solo per due di loro - tra cui la trentenne che ha partorito venerdì - si è resa necessaria l’intubazione con il cesareo d’urgenza. «Nelle altre circostanze è stata sufficiente la ventilazione non invasiva, ma si è trattato di casi comunque impegnativi perché le pazienti erano tutte alle prese con una insufficienza respiratoria severa - ricorda Simonini -. Fortunatamente l’esito è stato sempre favorevole». 

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