L’ombra dell’ ‘ndrangheta su imprese e ricostruzione, faide per lo spaccio di droga

L’ombra dell’ ‘ndrangheta su imprese e ricostruzione: faide per lo spaccio di droga: il procuratore Ortenzi
L’ombra dell’ ‘ndrangheta su imprese e ricostruzione: faide per lo spaccio di droga: il procuratore Ortenzi
di Federica Serfilippi
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Domenica 23 Gennaio 2022, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 08:49

ANCONA -  «Sebbene le Marche non facciano registrare al momento forme di stabile radicamento delle “mafie tradizionali”, negli ultimi anni si è comunque evidenziata la presenza e talvolta l’operatività di affiliati di criminalità organizzata calabrese. Nello specifico, a San Benedetto sarebbero stati individuati soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta catanzarese, in provincia di Macerata e Fermo sarebbero emerse proiezioni riferibili alle cosche del crotonese, mentre in provincia di Pesaro-Urbino sarebbe invece stata accertata l’operatività di soggetti riconducibili alle cosche dell’area reggina». 


Sono presenze criminali a macchia di leopardo quelle descritte dal procuratore generale facente funzioni Luigi Ortenzi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario che, come per il 2021, si è tenuto in forma ridottissima al quinto piano del tribunale di Ancona.

Il procuratore ha ricordato come la nostra regione sia caratterizzata «da un sistema produttivo per lo più basato su piccole e medie imprese, potenzialmente attrattivo per la criminalità organizzata. Quella di matrice mafiosa potrebbe trarre profitto dalle attuali difficoltà congiunturali ai fini di riciclaggio dei capitali illeciti, ricorrendo anche alla pratica dell’usura nei confronti sia dei singoli cittadini che dell’imprenditoria». 


Altro possibile interesse per la criminalità organizzata è rappresentato «dai finanziamenti pubblici per la ricostruzione post sisma». Il procuratore ha anche spiegato come la pandemia abbia anche cambiato il modo di delinquere: in generale sono diminuiti furti e rapine, sono aumentati gli episodi di estorsione e i reati informatici (addirittura +263% del periodo compreso tra il primo luglio 2020 e il 30 giugno 2020). Rimane annoso il problema del traffico di stupefacenti, il cui controllo ha generato, anche in passato, «vere e proprie faide tra contrapposte fazioni di stranieri». Non da meno la questione della violenza di genere: nel periodo preso in considerazione, solo dalla procura di Ancona sono stati aperti 125 fascicoli per stalking, 200 per maltrattamenti, 77 per violenza sessuale. Il procuratore ha anche posto l’attenzione sul disagio giovanile, quello che ha portato negli ultimi mesi orde di ragazzini a commettere episodi di violenza, soprattutto nel capoluogo dorico: «La repressione – ha detto il magistrato – in questi casi rappresenta solo l’estrema ratio». 


Bisogna far leva su un «rinnovato impegno di tutte le istituzioni nell’azione di prevenzione e di educazione al fine di indurre i giovani ad assumere un comportamento corretto e consapevole». E ancora: «I comportamenti rilevati sono stati prevalentemente occasionali e per lo più dovuti all’aggregazione di un certo numero di individui, ma non hanno assunto il carattere di criminalità minorile specifica». Come per ogni anno giudiziario, si è affrontato anche la criticità portata dalle carenze del personale, sia nel comporto amministrativo che della magistratura. Basti pensare che il Tribunale per i Minorenni può contare su un solo sostituto procuratore. La scopertura del personale amministrativo nella sola Corte D’appello è del 28,35%, in procura generale è di oltre il 30%.

Nonostante questo e il perdurare della pandemia, come ribadito dal presidente della Corte d’Appello Luigi Catelli, all’interno del distretto sono comunque diminuiti i fascicoli pendenti sia al civile che al penale. In flessione anche i casi di richiesta di protezione internazionale:per quanto riguarda le donne nigeriane, «nella quasi totalità dei casi – ha ricordato il presidente – l’emigrazione si accompagna ad un fenomeno di tratta a scopo di sfruttamento sessuale».

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