«È stato per due mesi dietro le sbarre
ma quello sequestrato era zucchero»

«È stato per due mesi dietro le sbarre ma quello sequestrato era zucchero»
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Sabato 20 Aprile 2019, 04:35
PORTO RECANATI  - «Oltre due mesi di carcere preventivo per un pacchetto di zucchero». A parlare sono gli avvocati Giorgio Marchetti e Ferdinando Manzotti, difensori di Zabihullah Azizi, di origine afgana. «Una persona - proseguono i legali - con regolare permesso di soggiorno in Italia, incensurato ed onesto bracciante agricolo, residente all’Hotel House di Porto Recanati». 

 

Gli avvocati difensori dell’asiatico ricostruiscono la vicenda. «Azizi è stato trovato in possesso di 150 grammi di mannite, uno zucchero molto comune usato come lassativo, durante una delle frequenti operazioni delle forze dell’ordine nella struttura residenziale. Avendo rinvenuto un pacchetto incellofanato abbandonato appena fuori dall’uscio della propria abitazione all’ottavo piano del complesso, dopo averlo raccolto si stava recando al presidio della security interna dell’edificio per consegnarlo, quando si è imbattuto nei militari che stavano conducendo un’operazione di polizia giudiziaria antidroga. Alla richiesta dei documenti personali da parte dei militari, Azizi ha consegnato spontaneamente anche il pacchetto rinvenuto, spiegando il suo proposito di consegnarlo alla security. Tuttavia egli non è stato creduto ed è stato portato in caserma». Il test sulla sostanza avrebbe rivelato la presenza di oppiacei e per questo l’asiatico è stato tratto in arresto per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. «Portato in carcere a Montacuto, Azizi è rimasto in custodia dal 7 febbraio al 13 aprile scorsi». E l’istanza di scarcerazione presentata dinanzi al Tribunale del Riesame di Ancona, è stata rigettata. Poi il colpo di scena. «Nei giorni scorsi Azizi è stato liberato - spiegano i legali - poiché, come si legge nel provvedimento del Gup di Macerata, in seguito alle analisi tossicologiche della sostanza, condotte nei laboratori scientifici delegati dalla procura maceratese, è stato accertato che quanto sequestrato non ha natura di sostanza stupefacente. La vicenda avrà necessariamente uno strascico. Infatti Azizi ha già dato mandato a noi legali di verificare la proponibilità dell’istanza di riparazione per ingiusta detenzione, all’esito della quale potrebbe ottenere un risarcimento dallo Stato superiore a 15.000 euro». 

«Un ringraziamento particolare da parte di Azizi e dei sottoscritti - concludono i due avvocati difensori - va al giudice per l’udienza preliminare Domenico Potetti e al pubblico ministero Claudio Rastrelli, magistrati esperti e preparati, i quali, avuta certezza dell’insussistenza del reato ascritto all’indagato, non hanno esitato a richiedere, il secondo, ed a concedere, il primo, l’immediata liberazione del nostro assistito»
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