La chiesa non è riuscita a contenere tutti: in molti hanno ascoltato l’omelia nel piazzale esterno. È stato difficile anche per il parroco don Massimo Fenni - come lui stesso ha ammesso - trovare le parole di fronte a tanto dolore: «La morte di Alessandro non deve essere vana - ha detto -. Deve essere un inno alla vita, allo stare insieme, all’amore. Così il seme che ha lasciato potrà germogliare e lasciare un segno». Poi a ricordarlo sull’altare, al termine della celebrazione, è stata un’amica: «Ognuno di noi custodisce un momento prezioso vissuto insieme a lui. Ora vivrà in ogni brindisi, alla vista delle montagne che amava. Alessandro ha saputo trasmettere gioia a chi ha avuto l’onore di conoscerlo».
Il dolore di tutta la comunità per la tragedia
Difficile per i presenti lasciar andare la bara. Hanno atteso diversi minuti prima di andar via, ogni tanto risuonava un applauso. Grande il dolore per l’intera comunità che conosceva molto bene Scocco. Il 34enne è morto nell’abitazione di famiglia, in zona Spinnaker a Porto Potenza. Il giovane aveva accusato un malore dopo aver assunto un farmaco da banco per placare il mal di gola. Subito dopo, però, ha iniziato a sentirsi male e i familiari hanno immediatamente fatto partire l’allarme. Sul posto, nel volgere di pochi minuti, sono arrivate un’ambulanza della Croce rossa di Porto Potenza e l’automedica. I sanitari hanno provato a rianimare il 34enne per più di un’ora ma senza riuscirci. Ogni tentativo di salvargli la vita è stato inutile: il cuore di Alessandro Scocco ha smesso di battere. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Porto Potenza e della Compagnia di Civitanova guidati dal capitano Massimo Amicucci. L’ipotesi più probabile resta quella dello choc anafilattico, ma bisognerà attendere la relazione del medico legale Antonio Tombolini per conoscere l’esito degli accertamenti e degli esami svolti durante l’autopsia.