L’affondo della consigliera Monteverde di Macerata Bene Comune: «Non privatizzare la gestione dell’acqua. Perché i sindaci non trovano l’accordo?»

L’affondo della consigliera Monteverde di Macerata Bene Comune: «Non privatizzare la gestione dell’acqua. Perché i sindaci non trova l’accordo?»
L’affondo della consigliera Monteverde di Macerata Bene Comune: «Non privatizzare la gestione dell’acqua. Perché i sindaci non trova l’accordo?»
di Lolita Falconi
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Lunedì 8 Gennaio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 12:19

MACERATA «Privatizzare l’acqua pubblica. Vendere a un gestore privato la gestione del servizio pubblico dell’acqua nella provincia di Macerata. Non è fantascienza. È una possibilità concreta». E’ l’allarme lanciato dalla consigliera comunale di Macerata Bene Comune ed ex assessore Stefania Monteverde. «I 47 sindaci dei comuni uniti nell’Aato3- Assemblea di Ambito Territoriale Ottimale n. 3 Marche centro – Macerata non si mettono d’accordo per creare un consorzio pubblico e gestire insieme il servizio pubblico dell’acqua per i cittadini del proprio territorio», denuncia Monteverde. 

La situazione

Oggi ci sono vari gestori operativi (a Macerata Apm, e poi Sii Marche e Unidra e partecipata dal terzo concessionario Cma, Assm, Assem, Valli Varanensi, Aquambiente e acquedotto del Nera), dal 2025 il territorio per legge deve averne solo uno: o si mettono d’accordo e i sindaci fanno un consorzio pubblico, oppure va a gara e vince chi offre di più. «Ovviamente può vincere anche (quasi certamente) un colosso privato che voglia fare l’affare delle acque pubbliche qui - spiega Monteverde -.

Si sa che le privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali raramente garantiscono servizi pubblici di qualità per tutti. E questo non può accadere per l’acqua, bene assoluto primario. Oggi Aato3 è guidata dal presidente Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, eletto dopo mesi di fumate nere, ed è a larga maggioranza composta da amministratori di destra. Oltre a dire della maggiore responsabilità dei due sindaci delle città più grandi, Macerata e Civitanova, Parcaroli e Ciarapica. A parole tutti dichiarano: l’acqua è un servizio pubblico e la gestione deve essere pubblica. Nei fatti rinviano ogni decisione. Perché? Non sono capaci di trovare un accordo? Qualcuno gioca di nascosto per un privato? Misteri che i cittadini non possono capire? Non si sa quale sia la cosa più grave. Di sicuro l’incapacità a governare una cosa tanto importante è sotto gli occhi di tutti. Fanno bene i sindacati a richiamare all’urgenza: “Fusione delle società o costruzione di un nuovo soggetto pubblico: mai a privati”. Chiederemo in Consiglio Comunale al sindaco Parcaroli. Dovrà spiegare ai cittadini in maniera chiara».

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